di Marzia Marchi*
L’inverno è una bellissima stagione! Anche quando è demografico.
In Europa e in tutte le nazioni a clima continentale l’inverno è una stagione importante e fondamentale per l’equilibrio del clima e della vita. Serve a far riposare la terra, a far germogliare con calma i semi che protetti dal freddo non si contaminano di parassiti, serve e fra riprendere le forze alla linfa vitale delle piante dopo il rigoglio estivo. Serve a riempire le falde acquifere, grazie alle piogge e ai ghiacci, serve a far riposare animali che non troverebbero altrimenti
sostentamento nutritivo. Serve perfino a darci sollievo dalle zanzare!
È perciò veramente immotivato utilizzare la stagione invernale, in cui flora e fauna riprendono le forze in vista della rinascita primaverile per associarlo al calo demografico. Calo demografico che tiene testardamente in considerazione solo la popolazione italiana, come se nel nostro Paese non vivesse anche una consistente percentuale di persone straniere a cui si chiede di rispettare i doveri ma a cui non è concesso il diritto di essere considerati cittadini italiani.
Persone, donne, famiglie che al contrario degli italiani sembrano vivere, demograficamente parlando, in un continua primavera e che potrebbero alleviare il “cosiddetto inverno demografico”, oggetto di una curiosa mozione della destra, la quale nelle prossime sedute consiliari si è premurata di spendere i jolly rimasti e ha chiesto l’urgenza su questo e su un altro documento, che va in diretto contrasto con questo.
Un consigliere, completamente digiuno di esperienza scolastica, si premura di sollecitare il sindaco a trasmettere il proprio appello a parlamentari e Ministero dell’Istruzione affinchè sia rapidamente approvato in via definitiva l’agghiacciante Disegno di legge di iniziativa governativa (A.C. 2423-A) che introduce disposizioni in materia di consenso informato preventivo per la partecipazione degli studenti alle attività scolastiche che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità.
Nella destra locale, da un lato, si sollecita l’attuazione della legge 194 approvata nel 1978 con l’obiettivo anche di legalizzare l’interruzione volontaria di maternità, ma famosa soprattutto per l’introduzione dei consultori i quali, fornendo alle giovani donne la consulenza in materia di prevenzione delle nascite, hanno drasticamente ridotto il numero degli aborti. Dall’altro si preme affinchè l’educazione sessuale resti in capo all’autorità familiare. Nel documento – dal sapore squisitamente di propaganda politica – si legge di un primato educativo che deve restare in capo alla famiglia. Quella stessa famiglia dell’inverno demografico?
Bisogna vivere in un mondo altro per parlare di capacità educativa della famiglia, oggigiorno più che mai, perché nel mondo quantomai complesso i dati statistici rilevano famiglie monoparentali e sempre più in affanno nella capacità di affrontare il disagio giovanile, di cui poi ci lamentiamo quando assume i toni violenti delle aggressioni, tra pari o in specifico nei confronti delle ragazze. Una domanda per tutte, una famiglia come quella della povera Saman aveva capacità educative in materia di sessualità e affettività? Avrebbe mai dato il consenso all’educazione a scuola? O queste non sono famiglie?
Vogliamo continuare a vivere nel nostro inverno o orientare la primavera demografica? C’è chi non aspira altro che diventare famiglia italiana e a cui, giustamente, dobbiamo garantire in molti casi, quell’evoluzione culturale, che solo la scolarizzazione, e le battaglie femministe che portarono alle preziosa legge 194 del 1978, ci hanno concesso.
*capogruppo M5S in Consiglio Comunale
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