La discussione sull’intitolazione di spazi pubblici a figure legate al fascismo tocca un nodo centrale della nostra democrazia e della nostra memoria collettiva.
Il fascismo in Italia è stato una dittatura.
Ha soppresso le libertà, trascinato il Paese in guerre di aggressione, prodotto le leggi razziali, favorito la deportazione degli ebrei e causato migliaia di morti tra civili, oppositori politici e militari.
Per questo la Costituzione italiana è esplicitamente antifascista.
Per questo esiste il divieto di riorganizzazione del partito fascista.
Per questo la memoria pubblica dovrebbe fondarsi su valori democratici e repubblicani.
Ricordare tutte le vittime della violenza politica è un dovere civile.
Ma intitolare uno spazio pubblico non è un atto neutro: non significa solo ricordare una morte, significa attribuire un valore pubblico e simbolico.
Dedicare luoghi comuni a chi ha militato in un’ideologia che ha distrutto la democrazia è, per molti cittadini, una forzatura inaccettabile, che rischia di trasformarsi in una legittimazione indiretta del fascismo.
Gli spazi pubblici dovrebbero essere dedicati a chi ha difeso la libertà, i diritti, la democrazia, non a chi ha aderito a un’ideologia che quei principi li ha negati.
Questa non è censura.
È una scelta di campo sui valori fondanti della Repubblica.
Rifondazione Comunista
Federazione di Ferrara