Salute
13 Dicembre 2025
Tecnologia e ascolto dei pazienti: presentato il progetto che rafforza l'assistenza territoriale grazie alla partnership tra Aziende Sanitarie, Roche e Andos

On Connect 2.0, Ferrara fa scuola nell’oncologia di prossimità

di Elena Coatti | 3 min

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Ferrara si conferma laboratorio nazionale di innovazione sanitaria sul fronte dell’oncologia territoriale. È stato presentato venerdì 12 dicembre, alla Casa della Comunità Cittadella San Rocco, il progetto On Connect 2.0, evoluzione di un percorso già attivo da oltre due anni e ora ulteriormente potenziato grazie a una significativa donazione tecnologica del gruppo Roche Italia. Il progetto punta a migliorare l’accesso alle cure oncologiche e, soprattutto, a raccogliere in modo strutturato il gradimento e l’esperienza dei pazienti, attraverso nuovi strumenti digitali e un sistema di survey dedicato.

“Essere qui oggi rappresenta un ulteriore tassello di un progetto che ormai ci caratterizza anche a livello nazionale – ha sottolineato la direttrice delle Aziende sanitarie ferraresi Nicoletta Natalini alla presentazione -. Quando partecipo ai tavoli delle direzioni generali, non c’è una volta che un collega di un’altra città non mi chieda informazioni su On Connect, o di poter venire a vedere come funziona. Questo dimostra quanto il progetto abbia suscitato interesse”.

Un modello che si inserisce pienamente nella visione delineata dal DM 77, con le cure oncologiche portate all’interno delle Case della Comunità. “La nostra provincia – ha aggiunto Natalini – aveva già le cure oncologiche negli ospedali distrettuali. Mettere a sistema tutte le risorse sanitarie del territorio è la situazione migliore possibile”.

Il cuore del progetto è la prossimità delle cure, pensata anche come risposta concreta alle difficoltà quotidiane dei pazienti. “È giusto che i pazienti si spostino verso i centri hub quando servono competenze o tecnologie specifiche – ha spiegato la Direttrice generale – ma quando le prestazioni possono essere erogate in modo diffuso, è giusto che siano i servizi ad avvicinarsi ai cittadini”.

Un esempio concreto arriva dall’esperienza quotidiana: “Una paziente proveniente da Cento ha impiegato tre ore per raggiungere l’azienda ospedaliera con i mezzi pubblici. Tre ore di viaggio possono annullare i benefici di una prestazione o rendere ancora più faticoso affrontare terapie con effetti collaterali. Aiutare i cittadini anche da questo punto di vista fa parte della nostra missione”, conclude Natalini.

On Connect 2.0 introduce così nuovi strumenti grazie alla donazione di due totem digitali (a Ferrara e Comacchio) e 25 iPad, utilizzati prevalentemente dagli Infermieri di Famiglia e Comunità, oltre a un software dedicato alla rilevazione della soddisfazione dei pazienti. “È un progetto multiprofessionale, multidisciplinare e interistituzionale, che coinvolge clinici, infermieri, strutture territoriali, controllo di gestione e anche un’azienda farmaceutica”.

Una partnership pubblico-privato che funziona: dal punto di vista di Roche, On Connect 2.0 rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione. “Con l’Azienda di Ferrara lavoriamo da tempo in modo molto importante – ha affermato Stefano Stucci, responsabile regionale per Roche -. L’Emilia-Romagna, e Ferrara in particolare, sono avanti rispetto a molte altre realtà nella logica della prossimità delle cure. Siete pionieri anche all’interno della regione”.

Una partnership basata su obiettivi condividisi: “La collaborazione ha funzionato perché sin dall’inizio avevamo lo stesso obiettivo: la presa in carico del paziente nel miglior modo possibile. Per noi non conta solo l’aspetto farmacologico, ma l’intero percorso di cura. La collaborazione tra pubblico e privato è cruciale, da soli non ce la possiamo fare”.

Fondamentale il contributo delle associazioni. “Per le pazienti – ha ricordato Marcella Marchi, presidente di Andos Odv – la domanda è sempre la stessa: la qualità delle cure sarà la stessa? Il nostro compito è rassicurare e spiegare che queste strutture garantiscono la stessa qualità”. Per Andos, On Connect è importante anche per l’impatto sulla qualità della vita, non solo delle cure. “Gli effetti collaterali delle terapie non sono solo clinici, ma anche economici e sociali. Ridurre spostamenti e disagi significa incidere concretamente sulla vita delle persone. Per questo siamo molto felici di questo progetto”.

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