Politica
11 Dicembre 2025
Via libera della terza commissione alla cabina di trasformazione dopo un confronto acceso su espropri, consumo di suolo, compensazioni e regole per gli impianti nelle aree tampone Unesco

Fotovoltaico a Gaibanella, un sì che divide

di Redazione | 4 min

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di Tommaso Piacentini

Autorizzare la creazione di una cabina di sezionamento per un futuro impianto fotovoltaico. La terza commissione è stata chiamata ieri (10 dicembre) a esprimersi sull’istanza che prevede l’esproprio di un terreno privato per la realizzazione di un manufatto di 2,5 x 5,8 metri, indispensabile alla connessione alla rete elettrica di un impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile localizzato in zona Gaibanella.

Un’istanza che, nonostante l’apparente valore strettamente tecnico, ha suscitato un dibattito molto più ampio su alcune tematiche generali connesse, quali il consumo di suolo derivante dalla costruzione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli e lo strumento degli oneri compensatori che gli enti locali possono utilizzare per prevenire la “febbre dell’oro” delle rinnovabili a discapito del territorio.

Tutto è nato dalla premessa fatta dall’assessore all’Urbanizzazione Stefano Vita Finzi Zalman: “Non è sull’autorizzazione dell’impianto fotovoltaico che il Consiglio sarà chiamato ad esprimersi. L’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto è un procedimento di competenza esclusiva di Arpae, che sta conducendo la conferenza dei servizi decisoria per il rilascio dell’autorizzazione unica”.

Affermazioni che hanno fatto storcere il naso ad alcuni consiglieri: “A me pare una sorta di riedizione di un film già visto – ha affermato il consigliere Massimo Buriani (Pd) -. Quando è stato approvato l’impianto a biometano di Villanova, è stato portato in commissione per approvare una variante urbanistica. Sulla base di quell’approvazione, venne venduta all’opinione pubblica come il via libera del Partito Democratico alla realizzazione dell’impianto”.

Una “strategia” a cui Buriani ha proposto una soluzione: “È adesso il momento in cui possiamo negoziare con l’impresa oneri di compensazione che vadano oltre l’1%. Il comune di Argenta in analoghe situazioni ha ottenuto fino al 3% di compensazione”.

Un tema, quello delle compensazioni, che aveva sollevato nell’intervento precedente anche la consigliera Anna Zonari (La Comune di Ferrara): “Questo impianto di 11 ettari e mezzo con 12 mila e 700 moduli fotovoltaici verrà realizzato in una buffer zone Unesco, zone cuscinetto che servono a preservare le aree Unesco”.

“Nel calcolo delle compensazioni – ha proseguito Zonari – si prevede che l’Amministrazione venga compensata con 106 mila euro nell’arco di 20 anni. Questo calcolo è stato fatto applicando l’1%, perché non il 2% che si applica per le aree tutelate?”

Ad una ripresa da parte del presidente di commissione, il consigliere Stefano Perelli, rispetto a interventi fuori tema – mantra dell’intera riunione -, è seguita la risposta dell’ingegnere Fabrizio Magnani: “Non siamo in un’area Unesco, ma in un’area tampone Unesco. Nelle aree tampone si applica l’1%”.

Parziale apertura alle istanze dell’opposizione è giunta dalla maggioranza: “Posso essere d’accordo con quanto dice il consigliere Buriani su quanto viene proposto in termini di compensazione – ha dichiarato il consigliere Andrea Ferrari (Fdi)- , ma non credo assolutamente che si possa dire ‘utilizziamo questa delibera per ottenere il 3% invece dell’1%’”.

Un altro tema, sollevato dalla consigliera Marzia Marchi (M5S), è quello della proliferazione degli impianti fotovoltaici sul territorio: “Abbiamo una situazione drammatica degli impianti fotovoltaici a terra che sta cambiando la faccia della nostra campagna. Continuiamo a essere la base per affari di altri”.

Una proposta per ovviare a questa problematica è stata suggestionata dal consigliere Davide Nanni (Pd) che ha richiamato il decreto legge 175/2025 per l’incentivo alla creazione di impianti agrovoltaici: “Perché la ditta, anche nelle fasi di interlocuzione in conferenza di servizi, non ha cercato di optare per una forma di agrivoltaico?”

A questa serie di interventi, l’ingegnere Magnani ha premesso una questione: “Questa sorta di disamina sulle problematiche sarebbe da fare più nei confronti dell’ente competente, che è Arpae. Domani (oggi, ndr) ci sarà la conferenza di servizi decisoria. La chiusura determina la variante urbanistica, che ci piaccia o no: il Consiglio Comunale interviene per dare autorizzazione all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, non si esprime sull’impianto”.

In merito all’individuazione delle aree idonee alla realizzazione degli impianti, Magnani si è poi appellato a un intervento del consigliere Buriani in cui citava lo stesso decreto legge 175 del 21 novembre citato da Nanni: “Sono d’accordo con quello che ha detto il consigliere Buriani: la Regione deve mettere dei limiti, perché c’è un tetto massimo regionale ma non c’è una percentuale per il capoluogo. Ferrara in percentuale è forse il doppio della quota che spetta alla regione Emilia-Romagna”.

In conclusione, la proposta di “mettere una zeppola nell’ingranaggio”, come l’ha definita la consigliera Marchi, non approvando la delibera attendendo di chiarire le questioni con la Regione, è stata ascoltata solo dall’opposizione: con 5 astenuti e 10 favorevoli, l’istanza è stata approvata.

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