Lettere al Direttore
12 Dicembre 2025

Buonafede pericolosa

di Redazione | 3 min

Egregio Direttore,

Le scrivo in relazione all’ultimo post della Signora Marchi “Non vogliamo diventare carne da cannone!”.

Seguo con simpatia le esternazioni della Signora Marchi, e mi sono fatto l’idea che sia una persona schietta e intellettualmente onesta, ma in questo caso non bene informata.

Quando cita le parole dell’ammiraglio Cavo Dragone sulla proattività nell’uso della Cybersicurezza la Marchi le traduce in una volontà di aggressione armata.

Probabilmente le sfugge che la Russia ha avviato da anni forme di guerra ibrida in cui gli attacchi hacker hanno un ruolo primario.

Esistono strutture formate da centinaia di persone il cui lavoro quotidiano è cercare falle nei sistemi di sicurezza degli apparati militari e delle aziende europee, e sferrare attacchi hacker per danneggiare il sistema produttivo ed economico delle nazioni che sostengono l’Ucraina.
Il gruppo “Noname” in Italia ha colpito ospedali, areoporti, banche e industrie disabilitando i servizi per ore. Lo stesso avviene in tutta Europa, e l’idea di attuare un’azione di difesa volta a impedire queste azioni, che generano disagi ai cittadini e danni economici ingenti, non mi sembra meriti il giudizio di volontà di fare la guerra, ma semplicemente di difenderci da chi veramente persegue quell’obiettivo.
Nessuno vuole inserire i nostri giovani nelle bocche dei cannoni, ma magari metterli davanti a una tastiera a fermare i cybercriminali.
Non lasciare che blocchino i sistemi di prenotazione degli esami o di gestione degli hub aeroportuali o i sistemi di pagamento delle banche non è un atteggiamento belligerante, e se l’ammiraglio Cavo Dragone, che fino a pochi giorni fa quasi nessuno conosceva, ha detto certe cose evidentemente voleva mandare un messaggio diverso da quello interpretato dalla Signora Marchi.
Tra tutti i paesi abbandonati da Trump l’Italia è il più fragile per mille motivi e schierarsi contro l’Europa e contro le forze armate significa soddisfare appieno i desideri del Cremlino.
Prima dell’aggressione russa e della rielezione di Trump nessuno parlava di investimenti in difesa, ma ora il mondo è cambiato e ostinarsi a non vedere come stanno le cose è francamente incomprensibile.
Provo grande disprezzo verso quegli italiani che hanno sposato la causa dei criminali russi per interesse personale, ma non capisco neanche chi si trova allineato sulle stesse posizioni spinto da un desiderio di giustizia, democrazia e libertà senza rendersi conto che sono 3 principi che nulla hanno a che fare con le proprie scelte politiche, anzi sono in totale contraddizione.
La falsità, la crudeltà e la meschinità dei traditori della patria sono palesi e quindi sono una minaccia da cui è più facile difendersi. Spaventa di più quella ‘buonafede pericolosa’ che sta pervadendo molte persone, soprattutto a sinistra. Ricorda molto diverse tragedie della storia. Speriamo di non doverle vivere da protagonisti nel prossimo futuro, e un primo passo nella direzione giusta è mettere da parte l’ideologia pacifista e armarsi di sano e robusto pragmatismo.
Cordialmente,
Antonio Lagrazia
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