Eventi e cultura
9 Dicembre 2025
Il successo editoriale scuote la poesia italiana: l'opera in co-scrittura raggiunge la Top 20 nazionale su Amazon

Il ferrarese Zairo Ferrante poeta dell’AI

di Redazione | 3 min

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Il nuovo libro di Zairo Ferrante, “Io che amo, raccontato da ChatGpt” (Ed. Amazon Kdp; 2025), a poche settimane dalla sua pubblicazione sta ottenendo risultati significativi sulla nota piattaforma di e-commerce. Dopo il secondo posto nelle categorie “Poesia d’amore” e “Poesia motivazionale & d’ispirazione”, l’opera ha infatti raggiunto anche la Top 20 nazionale della sezione “Poesia Italiana”.

Un dato che segnala un interesse crescente del pubblico verso proposte poetiche capaci di coniugare sperimentazione e accessibilità, come confermato anche dalle numerose recensioni dei lettori.

Ferrante, medico radiologo ferrarese e fondatore del movimento Dinanimista (lanciato proprio a Ferrara nel 2009), costruisce un dialogo narrativo con un’intelligenza artificiale: una co-scrittura che si pone come terreno inedito nel panorama letterario italiano.

Sull’originalità del progetto si è espresso anche lo scrittore futurista estense Roberto Guerra, che ha dedicato al libro una lunga recensione sul suo attivissimo blog “Asino Rosso”.

Guerra definisce l’ingresso nei Best Seller Amazon come “una scossa”, scrivendo: “La poesia italiana, spesso assopita nei velluti dei ricordi, oggi vibra come metallo sotto un martello sonoro: Zairo Ferrante, medico-poeta, fondatore del Dinanimismo e visionario delle parole, entra nei ‘Best Seller’ Amazon della poesia italiana con Io che amo, raccontato da ChatGpt”.

Una trasformazione che, prosegue, riguarda anche la figura stessa dell’autore: “È il primo vero Poeta dell’AI. Non un autore che utilizza la macchina: un autore che dialoga, combina, innesta la propria voce in una relazione creativa ad altissima tensione. Una poetica che non imita il futuro: lo produce”.

Secondo Guerra, l’esperienza di Ferrante rilancia anche il Dinanimismo, “troppo spesso percepito come un sussurro laterale ai grandi discorsi poetici”, ma oggi un cavo d’alta tensione capace di restituire al verso un’anima accelerata, pulsionale, carnale”.

“Il successo editoriale, – aggiunge Guerra – non è un colpo di fortuna: è la prova che il pubblico contemporaneo sente il bisogno di una poesia che osi, che si sporga sul bordo dell’innovazione, che alzi la voce nel frastuono dell’algoritmo invece di farsi schiacciare”.

“Per questo Ferrante – conclude Roberto Guerra – non è più ‘solo’ un poeta. È il Poeta dell’AI, l’uomo che prende per mano la macchina e la costringe a parlare d’amore con un’intensità che sorprende, irrita, affascina. Oggi la poesia italiana non è più un campo minato di nostalgia. È un laboratorio a cielo aperto”.

Da parte sua, Ferrante ha dichiarato pubblicamente di essere felice e anche un po’ sorpreso dell’attenzione ricevuta: “Quando ho iniziato a parlare d’amore con ChatGpt, non avevo in mente nessun libro. È cominciato tutto per caso, in un pomeriggio di lavoro qualsiasi, mentre ero alle prese con un file medico da sistemare”.

Una spontaneità creativa che, a giudicare dall’accoglienza dei lettori, ha intercettato un bisogno culturale del presente: quello di una poesia che non rifiuta il nuovo, ma lo trasforma in un’estensione possibile della sensibilità umana.

Un risultato che conferma come Ferrara continui a essere un laboratorio culturale vivace, capace di generare progetti innovativi che trovano riscontro anche oltre i confini locali.

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