Indiscusso
5 Dicembre 2025

Non vogliamo diventare carne da cannone!

di Marzia Marchi | 3 min

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Intervengo per sottolineare per l’ennesima volta (e lo farò fino a che sarò consigliera) che quando si illustra un bilancio, ovvero una serie di numeri che riguardano  i soldi pubblici, sia per chiarezza di esposizione che per trasparenza politica, data la potente digitalizzazione vantata dall’amministrazione comunale, saggio sarebbe proiettare il documento alla pagina di cui si discute e magari, perché no qualche tabella riassuntiva con grafici riepilogativi di quanto si va raccontando

La sicurezza non si impone per legge, si costruisce

C’è uno strano rapporto che lega gli eletti e gli elettori di destra: si chiama paura. Gli eletti hanno paura di non riuscire a convincere i propri elettori della bontà delle proprie leggi e impongono ogni due per tre la fiducia nel voto al Parlamento e gli elettori di destra sono così imbottiti di paure da credersi perseguitati

E’ questa la parola d’ordine degli studenti tedeschi che a inizio dicembre hanno dichiarato lo sciopero contro la nuova legge sulla leva! Almeno loro hanno capito cosa li aspetta, mentre in Italia la generazione Z, nata a cavallo tra i due millenni, sarà quella chiamata a raccolta al suono dell’inno nazionale: Siam pronti alla morte l’Italia chiamò!

Italia, fine 2025, Il ministro delle Difesa annuncia infatti un disegno di legge sulla leva militareipotizzata, per ora, su base volontariaal fine di reclutare almeno 10mila persone con competenze in settori strategici, come la cybersicurezza.

L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato Militare della Nato, rincara la dose e afferma: “Stiamo studiando tutto… Sulla cybersicurezza, siamo un po’ reattivi. Essere più aggressivi, o essere proattivi invece che reattivi, è una cosa a cui stiamo pensando”. Cioè, alla faccia dell’art.11 delle Costituzione che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controverse internazionali”, alla faccia della missione della Nato, ovvero aiutarsi in caso di aggressione ad uno Stato membro, dovremmo – secondo l’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa Italiana, essere “proattivi, ovvero pensare ad “attacchi preventivi” alla Russia. Russia, sicuramente colpevole di aggressione ad un Paese sovrano come l’Ucraina, la quale però, fino a prova contraria non è un membro della Nato.

Attacchi preventivi a che? Siamo ancora al paradosso della guerra preventiva di Bush? Ovvero attacco io prima che attacchi tu? O al paradosso più colto del “fai la guerra se vuoi la pace” di presunta latina memoria?

Mentre i ragazzi tedeschi si organizzano e scendono in piazza di fronte a un Governo che comincia a contarli, tramite visita medica obbligatoria, in vista dell’introduzione di un leva al momento volontaria ma con rischio di sorteggio, i giovani italiani sembrano respirare il mefitico fiato interventista che ci è costato ben due disastrose guerre mondiali.

Il tentativo di portare all’approccio positivo verso le armi e i militari, il continuo sovrastimato elogio delle forze militari dislocate ormai in presidi in tutte le città, perfino il tentativo di arricchire la mente dei Cadetti dell’Accademia di Modena con un corso di filosofia ad hoc, parlano della necessità di normalizzare l’idea di fare il soldato o la soldata!

Costruire la narrazione del pericolo, sia esso oggi russo o islamico, per giustificare la rincorsa agli armamenti è un film già maledettamente visto, il cui finale è sotto gli occhi nei replay che stiamo drammaticamente vivendo. Nessuna guerra porta a una pace giusta, come cercano di ammansire i potenti della Terra, coloro che non avranno certo figli come carne da cannone.

La guerra è lo strumento dei ricchi per mantenere il loro potere e chi appartiene, come me, alla generazione dei boomer – che ha raccolto le testimonianza diretta di chi la tragedia della guerra l’ha vissuta in prima persona – non può che rabbrividire di fronte alla deriva sociale che tutta l’Europa sta mettendo in atto, ripristinando la leva militare e l’arsenale bellico.

Vero è che ci sono guerre in tutto il mondo, vero è che lo stato di guerra sembra essere una malefica caratteristica della natura umana, ma vero è che da dopo la prima e la seconda guerra mondiale – con il loro scempio di vite umane e con il loro lascito di distruzione – si era avviata un’epoca di costruzione del diritto internazionale con un unico grande obiettivo: MAI PIU’!

Ora invece assistiamo a una normalizzazione del concetto armato di difesa e alla sistematica svalutazione delle organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’Onu, nata nel 1945 con l’obiettivo esplicito di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, di sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, sulla base del rispetto dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli.

Ho compassione per i giovani, per me e per tutti noi per l’involuzione che questo infausto millennio ci sta testimoniando e non smetterò un solo giorno di decostruire la narrazione delle Destre che auspicano la guerra come strumento di controllo dei popoli.

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