Comacchio
6 Dicembre 2025
La Procura ha chiesto il non luogo a procedere per due imputati, un anno e sei mesi per un altro e un anno e quattro mesi per i restanti

False dichiarazioni dei redditi per avere il permesso di soggiorno, in undici a processo

di Pietro Perelli | 2 min

Leggi anche

Consorzio di Bonifica al voto, presentata “una lista unitaria”

Sobrietà, trasparenza e impegno. Queste le tre parole chiave con cui la lista unitaria “Insieme per la bonifica” si presenterà alla tornata elettorale del 13 e 14 dicembre per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Consorziano di bonifica pianura di Ferrara

Avrebbero falsificato, attraverso un commercialista compiacente, le dichiarazioni dei redditi tra il 2017 e il 2018 per ottenere il permesso di soggiorno. Sono finiti a processo, per falso materiale o ideologico a seconda dei casi, 11 cittadini stranieri residenti tra Argenta, Comacchio e Portomaggiore dopo che la Questura di Ferrara, accortasi di alcune anomalie, le ha segnalate alla Guardia di Finanza che ha iniziato le indagini.

Venerdì 5 dicembre, in udienza davanti alla giudice Rosalba Cornacchia, si è tenuta la requisitoria della pm Isabella Cavallari che ha chiesto il non luogo a procedere per due impuntati, 1 anno e 6 mesi per un altro e 1 anno e 4 mesi per i restanti.

Le prime segnalazioni della Questura alla Guardia di Finanza sono arrivate nel 2017, una prima tranche tra giugno e ottobre mentre una seconda a dicembre. Dopo averle esaminate, anche attraverso visure e sopralluoghi, le Fiamme Gialle effettuarono una perquisizione nello studio del commercialista con sede nella provincia di Ravenna che aveva curato le dichiarazioni per le persone imputate nel procedimento.

Nello studio, stando a quanto sostenuto dalla Procura, sarebbe stata trovata documentazione che avvalorerebbe l’ipotesi accusatoria verso le undici persone finite a processo, tra le quali, corre l’obbligo di specifica, non figura il commercialista.

A questa prima attività si affiancano altre perquisizioni nelle abitazioni delle persone coinvolte. Anche in questo caso, sempre stando quanto sostenuto dalla pm, non sarebbe stata trovata documentazione utile ad attestare l’effettivo esercizio dell’attività commerciale dichiarata.

In breve risulterebbero intestatari di partite iva a regime forfettario per attività legate in particolar modo al commercio ambulante o, in alcuni casi, all’edilizia. Attività per le quali si trovano a dichiarare ricavi intorno ai 10mila euro senza però avere fatture che attestino spese.

Soprattutto nel ramo del commercio, ma questo potrebbe valere anche per altre attività, risulterebbe anomala la vendita di beni in assenza di fatture che ne attestino l’acquisto.

Quelli ancora a processo sono solamente alcuni dei casi inizialmente attenzionati. Tra le evidenze portate dalla pm risulterebbe anche l’assenza delle dichiarazioni dei redditi all’Agenzia delle Entrate mentre il documento sarebbe stato presentato solamente in Questura, con lo scopo di ottenere il rinnovo del permesso.

Si torna in aula il 13 febbraio per le arringhe degli avvocati difensori.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com