Un sistema pubblico indebolito e salari troppo bassi rischiano di rendere la terza età un lusso per pochi.
“…oggi il concetto di previdenza deve ampliarsi. La pensione complementare non serve più a mantenere il livello della pensione, ma a evitare che fasce di popolazione non siano in grado di affrontare le sfide, anche economiche, della terza età. Previdenza è anche salute: servono forme assicurative che integrino il sistema nazionale.”
È un passaggio tratto da un articolo apparso oggi su un quotidiano nazionale che fotografa bene la situazione.
Ed è, in fondo, la consapevolezza che lo Stato, oggi, non è più in grado di garantire a tutti una pensione dignitosa né un’assistenza sanitaria universale. Da qui la spinta verso soluzioni private.
Ma la domanda centrale è semplice: chi può davvero permettersi pensioni integrative o assicurazioni sanitarie private con redditi tra 1.200 e 1.800 euro al mese e magari un affitto da pagare?
Per molti, risparmiare è un lusso impossibile.
Il sistema di welfare italiano mostra dunque tutti i suoi limiti.
Ma questo cambiamento è irreversibile? Io credo di no. Le risorse ci sono.
È possibile garantire stipendi più alti, pensioni dignitose e un’assistenza sanitaria universale senza aumentare le tasse — anzi, riducendole in prospettiva.
Per riuscirci servono però interventi concreti e incisivi, tra questi: uno Stato meno burocratico e più trasparente, un fisco più equo e realmente progressivo, che abbassi le tasse sul lavoro ed elimini i privilegi dei regimi cedolare e forfettario, oggi agevolati da un prelievo fiscale molto più basso.
Ma è prioritario anche combattere l’evasione fiscale, quasi 100 miliardi all’anno.
Servono controlli mirati e accertamenti efficaci — oggi possibili grazie alle banche dati disponibili — per recuperare risorse che potrebbero finanziare servizi, stipendi, pensioni e welfare per tutti.
Un esempio chiaro arriva da Ferrara, tra le città della regione con reddito medio e imponibile fiscale più bassi, un’elevata disoccupazione giovanile e un indice di vecchiaia tra i più alti.
In un contesto simile, pensare alla previdenza privata o alle assicurazioni integrative è semplicemente irrealistico per la maggior parte delle famiglie.
Nel Ferrarese, la debolezza economica del territorio rende ancora più urgente rafforzare il welfare pubblico e combattere l’evasione, per evitare che intere comunità restino senza pensioni dignitose e cure adeguate.
Eppure la strada scelta da questo governo sembra, purtroppo, un’altra: leggi sempre più complesse e spesso scritte male, penalizzazione del lavoro e favore verso la rendita, condoni fiscali e immobiliari invece di un serio contrasto all’evasione, e — come ciliegina sulla torta — l’innalzamento del limite per i pagamenti in contanti.