Argenta. Plaudito da più parti, il voto unanime con cui la Camera ha approvato la modifica del codice penale che riconosce come stupro ogni atto sessuale privo di consenso esplicito rappresenta una svolta non solo giuridica, ma profondamente culturale. Un passo avanti che, tuttavia, si scontra con dichiarazioni istituzionali capaci di frenare questa evoluzione.
Durante il suo intervento alla High Level International Conference Against Femicide alla Camera dei deputati, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha affermato che “anche se oggi l’uomo accetta e deve accettare una assoluta parità formale e sostanziale con la donna, nel suo subconscio e nel suo codice genetico, trova sempre una certa resistenza” e che “c’è una sedimentazione anche nella mentalità dell’uomo, del maschio, difficile da rimuovere”.
Un discorso che secondo il Partito Democratico di Argenta rispecchia una tendenza diffusa alla deresponsabilizzazione rispetto alla violenza di genere. La cultura contemporanea, spiegano, continua a produrre meccanismi — anche inconsci — di minimizzazione e colpevolizzazione che spostano l’asse della responsabilità dalla violenza compiuta dall’uomo al comportamento della donna.
Secondo la delegata ai Diritti e Pari Opportunità del Pd di Argenta, Chiara Pirazzini, le parole del ministro confermano quanto sia ancora radicata l’idea che la violenza maschile sia “naturale”, perché “gli uomini sono così, così come è la natura della donna essere sottomessa”. Una visione che, nelle sue stesse formulazioni linguistiche, contiene elementi di violenza implicita: quando si sostiene che “l’uomo deve accettare una assoluta parità formale con la donna”, si attribuisce all’uomo il ruolo attivo di chi concede l’uguaglianza, relegando la donna a soggetto passivo in attesa di riconoscimento.
La violenza maschile sulle donne, sostiene il Pd argentano, non nasce da un destino biologico ma da un sistema culturale fondato su una gerarchia patriarcale che assegna agli uomini la posizione dominante e alle donne quella subordinata. In tale struttura, quando una donna smette di essere oggetto e rivendica il proprio ruolo di soggetto attivo, la violenza interviene come strumento per ristabilire quello che la cultura patriarcale considera “l’ordine naturale”.
Un ordine che continua a mostrare il suo volto più tragico: a undici mesi dall’inizio dell’anno, in Italia sono 85 le donne uccise da un uomo. Numeri che confermano l’urgenza di affrontare il fenomeno non solo nella sua dimensione criminale, ma soprattutto in quella culturale e quotidiana, troppo spesso minimizzata o giustificata.
“Siamo stanche di un sistema che sottovaluta la violenza di genere, soprattutto nei suoi aspetti quotidiani, giustificati come aspetti naturali”, afferma Pirazzini. Il Partito Democratico di Argenta ribadisce il proprio impegno “non solo oggi ma tutti i giorni” per decostruire il modello patriarcale e promuovere un cambiamento reale, sostenendo chi combatte questa battaglia “non solo il 25 novembre, ma sempre”
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