Imposta di soggiorno, Ferrara alza l’asticella
Novità in arrivo per i turisti che scelgono di visitare Ferrara. Il periodo imponibile dell’imposta di soggiorno verrà esteso, a partire dal 2026, da 5 a 7 notti
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Intervento di Ilaria Baraldi, portavoce Conferenza Donne democratiche di Ferrara, in occasione del 25 Novembre
"Affrontare la violenza domestica significa riconoscere che, oltre alle ferite fisiche e psicologiche, molte donne sono intrappolate in situazioni di 'dipendenza economica agita dagli uomini maltrattanti'". Inizia così il suo intervento in occasione del 25 Novembre la segretaria comunale del Pd Giada Zerbini
Fa piacere che almeno una volta all’anno ci si fermi a riflettere sulla condizione femminile senza considerarlo un “piagnisteo femminista”,
Intervento di Paola Peruffo (FdI): "Ogni anno il 25 novembre ci costringe a guardare in faccia una verità scomoda: la violenza contro le donne non è un’emergenza, ma una condizione purtroppo radicata"
di Annalisa Felletti*
La scorsa settimana si è celebrato anche a Ferrara l’ottantesimo anniversario dell’Udi: un momento direi necessario, perché ha rappresentato l’occasione per una coscientizzazione collettiva di quanto ciascuna donna oggi debba essere grata alle donne dei movimenti femministi per le tante battaglie civili e sociali portate avanti nei decenni che hanno profondamente trasformato la nostra società.
La storia dei diritti delle donne è una storia fatta di negazione dei diritti prima, di rivendicazione degli stessi da parte dei movimenti, per arrivare poi alla fase di affermazione dei diritti.
I diritti e le tutele per le donne sono progressivamente mutati grazie allo sguardo delle donne, in funzione di una rilettura corrispondente alle loro esigenze.
L’abbiamo visto anche nelle ultime settimane: il voto all’unanimità della proposta di legge bipartisan che riscrive l’articolo 609-bis del Codice Penale sul reato di stupro. Sono stati necessari cinquant’anni di lotta per ottenere questa innovazione, che farà sì che l’Italia si allinei ai 21 paesi dell’Unione Europea che hanno già legiferato in tal senso.
È attuale e necessaria una promozione socio-giuridica delle donne, alla base della quale non possono non esserci i dati, perché il dato non è mai neutro e ci aiuta a comprendere la realtà e a individuare i correttivi per intervenire sulle storture che la caratterizzano.
Nel nostro Paese ad esempio non esiste una banca dati ufficiale dei femminicidi, non esiste ancora un registro pubblico dove poter consultare statistiche aggiornate.
Il femminicidio non è un fatto privato ma l’espressione di una violenza e di un abuso di potere sostenuto da una cultura che vede l’egemonia e la prevaricazione maschile come normale. L’informazione statistica diventa quindi uno strumento di memoria e di prevenzione nel caso della violenza di genere.
Lo scorso mese su impulso dell’Ufficio della Consigliera di Parità provinciale si è varata l’istituzione dell’Osservatorio Statistico di Genere provinciale, frutto di un accordo sottoscritto dai principali attori istituzionali del territorio.
Avremo finalmente uno strumento capace di fare sintesi della ricognizione dei dati disaggregati per genere classificati in base a diversi descrittori. L’Osservatorio Statistico di Genere potrà diventare strumento che informerà le politiche di equità di amministrazioni pubbliche locali e decisori politici. È fondamentale la raccolta e l’analisi del dato disaggregato per genere, perché senza numeri non ci può essere consapevolezza, e senza consapevolezza non può esserci cambiamento.
Il tasso di occupazione femminile del nostro Paese è al 53,7%, ciò vuol dire che quasi metà delle donne non lavora e quindi non è autonoma economicamente, e perciò più esposta a povertà e violenza domestica.
Essere donna e non avere un lavoro oppure avere un lavoro povero frutto di basse retribuzioni o part-time involontario, vuol dire in prospettiva essere pensionate più povere e soprattutto donne più esposte al rischio di essere vittime di violenza, non solo economica. Le donne nel nostro Paese guadagnano meno, sono più precarie e 1 su 5 lascia il lavoro dopo la nascita di un figlio.
Ancora oggi nel nostro Paese si registra un marcato gender pay gap, nonostante l’articolo 37 della Costituzione sancisca che la lavoratrice ha gli stessi diritti e le stesse retribuzioni dell’uomo a parità di lavoro.
Tutte auspichiamo che a rendere maggiormente esigibile il dettato costituzionale contribuisca presto il recepimento della Direttiva Europea 970 del 2023, che mira a rafforzare la parità retributiva tra uomini e donne, attraverso la promozione della trasparenza salariale, combattendo concretamente il divario salariale di genere. In questo senso come Rete Nazionale delle Consigliere di Parità ci siamo fortemente impegnate in un’attività di pronta sollecitazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza di genere ha visto il territorio provinciale a ogni latitudine attivarsi, organizzando iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza, promuovendo una cultura della prevenzione.
La storia dei diritti delle donne e delle tutele che ne garantiscono l’esercizio, è fatta di piccoli passi: molti ne sono stati fatti, ma ancora tanti ne restano da fare ed è responsabilità di ciascuna e ciascuno di noi sostenerne l’avanzamento.
*Consigliera di parità della Provincia di Ferrara
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