Spettacoli
25 Novembre 2025
Mercoledì 26 novembre al Teatro Comunale “Claudio Abbado” per la stagione di Ferrara Musica

Tutto Beethoven con il Trio Nebelmeer

di Redazione | 3 min

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Dopo i grandi successi di pubblico degli ultimi concerti, mercoledì 26 novembre – Teatro Comunale “Claudio Abbado”, inizio alle 20.30 – prosegue la stagione di Ferrara Musica 2025/2026 con il Trio Nebelmeer, che propone un concerto tutto dedicato a Ludwig van Beethoven, di cui verranno eseguiti i celebri Trio “degli Spettri” e Trio “Arciduca”.

Vincitore del Primo Premio al Concorso Internazionale “Premio Trio di Trieste” 2024 e del connesso Premio Speciale Rimbotta, il Nebelmeer è formato da Arthur Decaris (violino), Florian Pons (violoncello) e Loann Fourmental (pianoforte) e nasce da un’ispirazione profonda legata al mondo romantico. I tre musicisti, già solisti e cameristi in formazioni diverse, hanno scelto il nome della formazione in omaggio a Caspar David Friedrich e alla sua opera Viandante sul mare di nebbia (Der Wanderer über dem Nebelmeer), un riferimento simbolico alla bellezza e al mistero della natura, che rispecchia anche l’essenza della loro musica.

La loro formazione è stata guidata da importanti figure del panorama musicale internazionale, come il Trio Wanderer, Claire Désert e Louis Rodde, violoncellista del Trio Karénine. Si sono poi perfezionati con i Quartetti Modigliani e Diotima, oltre che con Johannes Meissl, Olivier Charlier, Emmanuel Strosser e Lise Berthaud. Il Trio ha rapidamente catturato l’attenzione della scena musicale internazionale, conquistando inviti a festival di rilevanza mondiale come La Roque d’Anthéron, La Folle Journée de Nantes, Les Folles Journées nei Pays de la Loire e La Folle Journée di Varsavia. Dal 2022 il Nebelmeer è stato nominato “Trio in residence” alla Cappella Musicale della Regina Elisabetta in Belgio, dove lavora sotto la direzione di musicisti ben noti come Corina Belcea, Miguel da Silva e Jean-Claude Vanden Eynden. Arthur Decaris suona un violino Giovanni Francesco Pressenda; Florian Pons, invece, suona un violoncello del Diciottesimo secolo, attribuito ad Ambroise de Comble, discepolo di Stradivari.

Il Trio “degli Spettri”, con cui si apre il programma, è uno dei due Trii pubblicati nel 1808 come opera 70, al culmine del cosiddetto periodo “eroico” beethoveniano. Accanto alla Terza, Quarta e Quinta Sinfonia e ai Quartetti Razumovsky, questi Trii si espandono in un work in progress parallelo, con profondità e lunghezze mai precedentemente affrontate. Il soprannome deriva dall’allora allievo di Beethoven, Carl Czerny, che nel 1842 scrisse che il secondo movimento (Largo assai) gli ricordava la scena dei fantasmi all’inizio dell’Amleto di Shakespeare. Il primo e terzo tempo si propongono invece in modo grandioso, con una esuberanza fortemente articolata in contrasti dinamici e drammatici. Il Trio op. 97 “Arciduca” di Ludwig van Beethoven, che verrà eseguito nella seconda parte della serata, è uno dei capolavori assoluti di questo genere. Scritto nel marzo 1811, è dedicato all’allievo e mecenate arciduca Rodolfo d’Asburgo. Si tratta di un’opera eccezionale per inventiva, per la vastità dell’architettura, la comunicativa e la varietà generata dalla dialettica dei tre strumenti. La prima esecuzione del Trio nel 1814 segnerà l’ultima apparizione in pubblico di Beethoven a causa della sordità.

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