Regolamento deforestazione rinviato. Calderoni (Cia): “Una decisione necessaria”
Dal Coreper (Comitato dei Rappresentanti Permanenti) arriva la notizia del rinvio di un anno dell’applicazione del Regolamento Deforestazione (Eudr)
Dal Coreper (Comitato dei Rappresentanti Permanenti) arriva la notizia del rinvio di un anno dell’applicazione del Regolamento Deforestazione (Eudr)
Rientra Renzi e torna alla vittoria l’Adamant Ferrara. E lo fa con una prestazione dominante nella prima frazione di gara, e con una grande reazione di squadra, guidata da Caiazza e Casagrande
Le pagelle del ritorno al successo dell’Adamant Ferrara, che trionfa davanti alla Bondi Arena per 72-65 contro Piombino
Nel tardo pomeriggio di sabato 22 novembre, i controlli dell’Arma dei Carabinieri si sono concentrati nella zona di Borgo Punta nell’orario più delicato, quello dell’imbrunire
Aveva 11 dosi di stupefacente in tasca e al suo domicilio nascondeva in un armadio banconote di piccolo taglio, per un valore complessivo di quasi 3mila euro, oltre a varie tipologie di droga e attrezzatura per la trasformazione e il confezionamento
Un viaggio tra storia recente e immaginazione quello che offre la mostra “Far luce nel buio: Gian Pietro Testa tra giornalismo d’inchiesta, poesia e arte”, visitabile da lunedì 24 novembre (inaugurazione alle 17.30) fino a lunedì 8 dicembre a Palazzo Turchi di Bagno, corso Ercole I d’Este 32, Ferrara.
Un percorso nel tempo e nelle viscere dell’emotività di chi ha assistito ai fatti cruenti degli anni di piombo, affondando lo sguardo nello strazio e riuscendo poi in parte a rincuorarlo, ad anni di distanza, con la grazia di una femminilità incantata e consolatoria. Così scavare nell’opera di un giornalista d’inchiesta e nel suo immaginario provoca sobbalzi tra fatti nudi e ancor più crude suggestioni intrise di colore, narrazione e poesia.
Sabato 29 novembre alle 16:30 è in programma, sempre a Palazzo Turchi di Bagno, un incontro con i curatori della mostra e con i rappresentanti Unife e delle associazioni dei giornalisti per raccontare al pubblico il percorso espositivo.
Un percorso nel tempo e nelle viscere dell’emotività di chi ha assistito ai fatti cruenti degli anni di piombo, affondando lo sguardo nello strazio e riuscendo poi in parte a rincuorarlo, ad anni di distanza, con la grazia di una femminilità incantata e consolatoria. Così scavare nell’opera di un giornalista d’inchiesta e nel suo immaginario provoca sobbalzi tra fatti nudi e ancor più crude suggestioni intrise di colore, narrazione e poesia.
L’opera di Gian Pietro Testa (Ferrara, 24 settembre 1936 – Ferrara, 7 gennaio 2023) è composta di giornalismo d’inchiesta, letteratura e arte, usati come strumenti di indagine, ma anche come mezzi per offrire un personale contributo alla crescita della società, in cerca di verità e giustizia. Storico giornalista e scrittore ferrarese, Testa è stato inviato del quotidiano “Il Giorno” negli anni di piombo, poi giornalista impegnato, scrittore e fondatore dell’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara (1983-1993), tra i primi improntati alla deontologia professionale in ambito pubblico. Un modello di riferimento del giornalismo d’indagine e intellettuale attento alla vita culturale. L’autore ha contribuito a mostrare gli anni più bui del Paese attraverso i suoi reportage, ma anche attraverso forme espressive di narrativa, poesia e quelle – all’epoca meno note – di tipo pittorico.
La mostra – progettata dall’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara in collaborazione con il Dipartimento degli studi umanistici e il Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Ferrara, inserita nel calendario degli eventi per i 130 anni dell’Associazione Stampa Ferrara – è finalizzata a valorizzare l’opera, messa in atto su diversi piani, di uno dei maestri giornalistici della scrittura d’indagine. Attraverso libri, dipinti, disegni e pagine di giornali, vengono ripercorse le tappe di una carriera testimoniata sulle pagine scritte, ma anche nelle opere figurative elaborate durante tutta la vita. Lo spirito di questo lavoro sarà evocato anche dalla macchina da scrivere usata dal giornalista, da valigetta dei colori, tavolozza e un video originale che, attraverso la voce narrante di Testa e la sua presenza, esplora uno scenario di Ferrara d’epoca, tra monumenti storici e archivi cittadini.
‘La collaborazione del Sistema Museale di Ateneo (Sma) nell’allestimento di questa mostra si inserisce pienamente nelle attività di terza missione, con l’obiettivo di valorizzare le personalità e le storie del territorio, promuovendo il dialogo tra mondo accademico e società civile – sottolinea Ursula Thun Hohenstein, presidente del Sistema Museale di Ateneo-. Crediamo fortemente nel ruolo dell’Università come spazio aperto, in ascolto, capace di generare conoscenza condivisa e occasioni di confronto culturale, accessibili a tutta la cittadinanza’.
Grazie al coinvolgimento del Dipartimento degli studi umanistici dell’Università di Ferrara, è stato fatto un lavoro di ricerca e indagine, per poter evidenziare stile, metodo e creatività messi in atto nelle inchieste di Testa, ma anche nei suoi quadri e opere d’arte.
In particolare, la collaborazione con il corso di Giornalismo e media digitali, condotto dal professore Marco Luca Pedroni all’Università di Ferrara nella primavera 2025, ha reso possibile il coinvolgimento degli studenti in una ricerca storico-giornalistica. Un lavoro condotto sul campo, tra biblioteche e archivi nazionali, per il recupero di pagine originali di quotidiani, pubblicate nel periodo tra il 1969 e il 1980. Il risultato ha dato la possibilità di documentare e analizzare uno stile di scrittura basato sulla ricerca delle fonti, la raccolta delle testimonianze e il collegamento dei fatti.
L’apporto di Ada Patrizia Fiorillo, docente di Storia dell’Arte Contemporanea, ha poi consentito di inserire la sua produzione figurativa in un contesto più ampio, legato alla realtà culturale e cittadina di quegli anni. Un lavoro pittorico dove la drammaticità dei soggetti riflette bagliori e oscurità di quelle indagini su stragi e attentati che hanno insanguinato gli anni della storia italiana, segnati dalla strategia della tensione.
L’indagine puntuale, che nelle inchieste documenta una ricerca della verità fatta sul campo, si alterna così, nella poesia e nella narrazione, a una visione piena di emozione e umanità, che trasforma l’esperienza in espressione artistica, resa attraverso il mezzo della parola scritta, del disegno o della pittura.
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