Attualità
22 Novembre 2025
L'avvocato ferrarese tra i relatori della due giorni a Bologna con cui l'associazione formulerà una proposta di progetto normativo da consegnare al Parlamento per essere trasformata in legge costituzionale

Agende Rosse e diritto alla verità. Il contributo di Fabio Anselmo

di Redazione | 3 min

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Ci sarà anche l’avvocato ferrarese Fabio Anselmo tra i relatori del congresso nazionale “Il diritto alla verità” che, organizzato da Salvatore Borsellino e Movimento Agende Rosse, col patrocinio del Comune di Bologna, è in programma il 29 e 30 novembre all’Auditorium Biagi della Sala Borsa in piazza Nettuno a Bologna.

Tanti gli ospiti illustri all’evento dal mondo della politica, della magistratura, del giornalismo e dell’avvocatura, come la senatrice Ilaria Cucchi di Sinistra Italiana, Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli ed ex europarlamentare e il senatore Roberto Scarpinato del Movimento Cinque Stelle. Parlerà anche Sigfrido Ranucci, giornalista di Report, programma di Rai3, che – qualche settimana fa – è rimasto coinvolto in un attentato davanti a casa, fortunatamente senza conseguenze per la propria incolumità e quelle dei suoi famigliari.

Il dibattito sarà suddiviso in diversi tavoli di lavoro successivi, selezionati per categoria, nei quali si confronteranno i diversi interventori, con un tempo a disposizione di 15-20 minuti ciascuno.

Il 19 luglio 1992, pochi minuti dopo l’attentato a Palermo in via D’Amelio che provocò l’uccisione del magistrato Paolo Borsellino e di cinque poliziotti, talune persone, diverse dai mafiosi condannati quali esecutori materiali o mandanti di quella strage e rimaste finora impunite, si resero responsabili della sottrazione del taccuino, una agenda dell’Arma dei Carabinieri, sul quale Paolo Borsellino dal 23 maggio 1992 aveva annotato riservatamente ogni elemento da lui raccolto sulla strage di Capaci e sugli avvenimenti che si susseguirono fino alla sua morte.

“Evidentemente – spiegano gli organizzatori dell’evento – qualcuno ritenne che non fosse sufficiente l’assassinio di Paolo Borsellino ma che occorresse eliminare pure la sua voce, anche attraverso l’occultamento delle parole che potevano testimoniare la verità sulle scoperte da lui fatte su vicende che hanno sicuramente segnato la storia della Repubblica. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato trentatré anni fa, da decenni si impegna nella sede giudiziaria e nel dibattito pubblico per la ricerca della verità sulla strage di via D’Amelio e sulla sottrazione dell’agenda rossa del fratello”.

Anche per questo, soprattutto per questo, Salvatore Borsellino ha denominato “Le Agende Rosse” l’associazione fondata con l’obiettivo di sollecitare le istituzioni e coinvolgere la società nella sua battaglia di verità. La sottrazione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino rappresenta icasticamente come la dolosa sottrazione della verità, anche attraverso il nascondimento delle parole di quel magistrato, sia stato un fattore coessenziale alla storia del nostro Paese fino al giorno d’oggi.

Gli sforzi finora compiuti nelle sedi processuali e nel dibattito in società oggi possono trovare un nuovo sviluppo. I tempi sono maturi perché si dibatta se e come il diritto alla verità, che non è solo dei familiari delle vittime di crimini gravissimi ma anche della società nel suo complesso rispetto a vicende che hanno prodotto traumi e lacerazioni nel corpo vivo della Nazione, possa finalmente trovare residenza nell’ordinamento giuridico, nella Costituzione della Repubblica” aggiungono.

E così, il dibattito in programma nella due giorni bolognesi, diventerà l’occasione in cui Salvatore Borsellino e il movimento Le Agende Rosse potranno invitare a esprimersi e confrontarsi rappresentanti dell’avvocatura, della magistratura, dell’accademia, dei gruppi parlamentari, della ricerca storiografica, del giornalismo e, naturalmente, dei familiari delle vittime.  Al termine dei lavori congressuali e sulla scorta di essi, potrà essere formulata una proposta di progetto normativo che sarà condivisa con associazioni e cittadini e che sarà infine consegnata al Parlamento perché possa essere trasformata in legge costituzionale.

“La partecipazione ai lavori del convegno non implica, ovviamente, l’eventuale condivisione del testo finale della eventuale proposta. L’idea è, piuttosto, quella di raccogliere prospettive e contributi diversi, nell’ottica di un costruttivo arricchimento sul tema” concludono gli organizzatori.

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