Politica
22 Novembre 2025
In una replica forte e misurata, l’Arcidiocesi ribadisce che "i richiedenti asilo non sono illegalmente presenti sul territorio", denuncia la distorsione delle parole del vescovo e difende il ruolo della Chiesa nel promuovere una solidarietà reale, non ideologica

“L’accoglienza ha diritto, non favore”: l’Arcidiocesi risponde a Balboni

di Redazione | 2 min

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Di fronte al fuoco incrociato delle dichiarazioni del senatore ferrarese Alberto Balboni (FdI) sul tema dell’immigrazione, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio risponde con una replica decisa che mette in chiaro i punti di rottura sul significato di accoglienza, legalità e ruolo pastorale. Il braccio di ferro mediatico, iniziato con il caso del centro di accoglienza di Monticelli-Mesola, assume toni che oltrepassano la semplice polemica politica per definire anche una visione etica e pastorale ben precisa.

L’Arcidiocesi ribadisce con fermezza che l’arcivescovo non ha mai detto o scritto che si debbano accogliere tutti, ma sempre tutti coloro che ne hanno diritto. Una distinzione che cerca di combattere l’idea – espressa da Balboni – di un’accoglienza indiscriminata. Per la Chiesa ferrarese-comacchiese, i richiedenti asilo “hanno questo diritto e non sono affatto persone illegalmente presenti sul nostro territorio”.

L’affermazione richiama la dimensione legale dell’asilo: l’Arcidiocesi non rivendica una carità qualsivoglia, ma la tutela di diritti sanciti, secondo la sua visione, anche da un protocollo d’intesa. Il riferimento è al Protocollo d’intesa dell’11 giugno tra il Ministero dell’Interno e la Cei, che l’Arcidiocesi invita a “leggere e diffondere correttamente”.

Nel suo intervento, l’Arcidiocesi critica apertamente ciò che definisce come una manipolazione delle parole del vescovo Gian Carlo Perego. “Non è onesto intellettualmente distorcere le parole per confondere e disorientare le persone”, scrive l’ufficio stampa diocesano. Una frase che punta direttamente il dito contro la narrazione politica del senatore, accusata di mistificare le intenzioni reali della Chiesa locale.

In particolare, l’Arcidiocesi ricorda che le “10 persone che dovrebbero arrivare a Monticelli … sono richiedenti asilo e quindi non sono persone illegalmente presenti in Italia”.

La replica della Chiesa non rimane sul piano astratto: presenta anche dati concreti. Attraverso la Caritas diocesana, l’Arcidiocesi “ospita già più di cento richiedenti asilo, donne con bambini, in strutture idonee e convenzionate”.

Inoltre, l’Arcidiocesi fa sapere che sull’antico Palazzo Vescovile, edificio storico settecentesco, “si è semplicemente affermato che già da decenni non è idoneo a ospitare persone nella maggior parte dei suoi ambienti, tanto che dopo i restauri sarà destinato a Museo Diocesano”.

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