Editoriali
20 Novembre 2025
L'editoriale di Estensecom su come il povero, il malato, il vecchio, la donna abusata sono preda prelibata per una campagna elettorale

Alan Fabbri contro gli otto emarginati armati di cartoni e coperte

di Marco Zavagli | 6 min

Leggi anche

Caso Bergamini. “Trentasei anni di lotta civile e dignità”

Domani (oggi, ndr) saranno trentasei anni da quel sabato pomeriggio in cui Denis Bergamini lasciò il ritiro in un modo che stupì tutti: lui, che non sgarrava mai. Alle 16.30 si presentò sotto casa di Isabella Internò. Non era un incontro casuale. Era un incontro organizzato. L’ultimo

Pma del Delta: “Basta silenzi. Ora la Direzione risponda”

Come Sindaco di Lagosanto mi trovo, ancora una volta, costretto a prendere posizione pubblicamente su una vicenda che sta travolgendo non solo l’Ospedale del Delta, ma la fiducia stessa che le persone ripongono nella sanità pubblica: lo scandalo del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) del Delta

Le educatrici del Comune di Ferrara chiedono ascolto

Le lavoratrici dei servizi educativi del Comune di Ferrara tornano a sollevare la voce. Da tempo, spiegano, l’Amministrazione comunale “continua a ignorare richieste sindacali, raccolte firme, articoli dei quotidiani locali e interrogazioni dei gruppi di opposizione” sul tema della stabilizzazione del personale educativo dei servizi 0-6

Chi sono oggi i senzatetto? Non sono, a rigor di statistica, pericolosi criminali. Nè sono stupratori incalliti. Nemmeno compiono atti contro la pubblica amministrazione, cosa ormai consueta -iperbole – da qualche anno a questa parte tra chi riveste incarichi di un certo rilievo nelle terre nostrane.

Sono i diseredati. E chi sono i diseredati? Per la definizione faccio scorta di quanto sanciscono le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia”. Linee unitariamente riconosciute, tanto che anche il Veneto di Zaia le segue pedissequamente (i santommaso possono cliccare qui). Ebbene, secondo queste linee di indirizzo i ‘marginali‘ sono “coloro che oggi, nel nostro paese, a causa di eventi biografici negativi scivolano verso la povertà estrema e la grave marginalità sociale: persone anziane, giovani senza famiglia, donne sole o vittime di violenza, padri separati, persone con problemi di salute fisica, mentale o di dipendenza, migranti che fuggono da guerre o che arrivano in Italia alla ricerca di un lavoro”.

Lasciamo stare i migranti che qualcuno maledice il Mediterraneo per non aver fatto la sua parte. Parliamo invece di chi, a causa di tragedie (personali o lavorative) si trova a non avere più una casa o a non potersela permettere. Sono i nostri nonni (“persone anziane”), i nostri figli (“giovani senza famiglia”), le nostre figlie (“donne sole o vittime di violenza”). Siamo noi, o – forse – i noi meno fortunati (“padri separati”, “persone con problemi di salute fisica, mentale o di dipendenza”).

Che peccato dobbiamo espiare a parte quello di vederci umiliati a raccattare cibo nei cassonetti dei ristoranti o a coprire il freddo marciapiede con cartone coibentante?

Quello di essere a Ferrara nell’anno 2025. Un anno forse troppo vicino a certe elezioni.

E allora il povero, il malato, il vecchio, la donna abusata sono preda prelibata per una campagna elettorale.

Per il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, queste persone sono genericamente “nomadi e bivaccatori”.

Tanto è bastato a chi, evidentemente, non ha mai avuto problemi con la malasorte, a definire otto persone, armate di “cartoni e coperte” (queste le munizioni non convenzionali che tanto hanno inorridito il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri) come “spazzatura”, “cancro” o “feccia”.

Questi gli epiteti comparsi sulla pagina istituzionale del sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.

E per questi “nomadi e bivaccatori” il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, dice di aver emanato un daspo urbano.

Come possiamo spiegare ai seguaci di questa persona che il sindaco – nemmeno se è Alan Fabbri di Ferrara – non può emettere un daspo urbano per legge?

Certo, il daspo urbano fa molto celodurismo di bossiana memoria. Ma quello che, a rigor di legislazione, può aver fatto il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, è un semplice ordine di allontanamento. Della durata di 48 ore.

E qui arriva la presa per i fondelli nei confronti dei suoi sostenitori. Il provvedimento, fa sapere il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, è stato preso giovedì scorso, 13 novembre.

Bene, oggi le otto persone in situazione di disagio potrebbero tranquillamente tornare e tutto ricomincerebbe da capo.

Il daspo urbano – ci si augura che il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri conosca le normativa -, viene disposto dal questore, non dal primo cittadino di un comune capoluogo. Ma tanto ormai, a Ferrara, nessuno verifica nulla. E chi lo fa si becca anni di processi per assurde querele.

Una nota di colore per chi sta iniziando lontanamente a sentirsi preso in giro: la sera precedente al sedicente daspo urbano, è stata contattata l’Associazione Viale k per sapere se poteva farsi carico di questi otto esseri umani. Purtroppo non c’era posto e questa volta l’odiato Domenico Bedin non ha potuto risolvere i problemi dell’Amministrazione comunale. Non sappiamo quanti e quali altri enti del Terzo settore – quelli che il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri vuole sfrattare – siano stati contatti. Ci affidiamo all’immaginazione.

E allora, cosa dobbiamo fare di questi pericolosi e mefitici “nomadi e bivaccatori”?

Se posso suggerire una soluzione, consiglierei di non affidarsi a chi ci governa a Ferrara. Ma lo dico per magnanimità.

Pensiamo al campo di Via delle Bonifiche, dove sicuramente – a differenza del caso odierno, avvenuto in via Gobetti, in pieno centro città – persistevano odiosi problemi.

Il “Ruspa show”, la demolizione a beneficio di telecamere, non ha avuto – parliamo di quello amministrativo, perché di quello penale ne deve rispondere ancora Naomo (al momento 7 mesi di condanna in primo grado per usurpazione di pubbliche funzioni e gestione di rifiuti non autorizzata) – l’esito proclamato solennemente di cacciare i marrani dal contado.

I famosi ‘nomadi’, italiani di etnia sinti, sono ora ospitati nelle case popolari. Qualcuno direbbe a discapito dei ferraresi. Poco importa. Anche loro sono ferraresi e anche noi abbiamo avuto un vicesindaco che, pur guadagnando migliaia di euro al mese grazie al suo incarico (voluto dal sindaco di Ferrara, Alan Fabbri), non ha abbandonato subito l’alloggio destinato ai veri bisognosi.

Rimane un’ultima questione. Le tasche dei ferraresi.

Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, ritiene che “questi costi non debbano più ricadere sulle tasche dei cittadini”.

Se il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, tra un Monsterfest e un Oktoberfest, avesse avuto il tempo di leggersi quelle linee guida che chi gli paga 12mila euro al mese dovrebbe pretendere che leggesse, saprebbe che l’allontanamento senza interessare i servizi sociali costringe la comunità a pagare un prezzo ancora più caro rispetto a una (che dir si voglia) accoglienza.

“L’accesso a una casa e un adeguato intervento dei servizi sociali – si legge in questo documento sconosciuto al sindaco di Ferrara, Alan Fabbri – possono produrre un impatto positivo sia sul benessere psico-fisico delle persone senza dimora sia sul loro percorso di reinserimento nella società, con ricadute positive anche in termini di una maggiore efficienza nella spesa sociale e sanitaria”.

Già, perché non trattandosi di criminali incalliti, stupratori, istigatori alla corruzione o presunti colpevoli di induzione indebita (“gli ultimi due casi sono ipotetici e senza riferimento a fatti o persone esistiti realmente”, si leggerebbe in un testo surrealista) queste otto persone umane, soggette a “esposizione prolungata alla vita in strada o in sistemazioni alloggiative inadeguate”, rischiano di subire “conseguenze gravi e difficilmente reversibili, con un forte impatto anche in termini di costi sociali”.

Termino questo lungo monologo con un consiglio al sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.

Capisco che sia scomodo parlare di un centro storico che ha visto sparire 152 attività commerciali o che sia altrettanto più sconveniente raccontare ai ferraresi che hanno il reddito disponibile pro capite più basso dell’Emilia-Romagna, ma se davvero non vuol far ricadere costi inutili sulle tasche dei cittadini smetta di spendere cifre enormi in incarichi fiduciari e comunicazione.

Già provai anni fa a dirlo. Mi querelò. Il giudice confermò la mia tesi.

Qui è più facile che, anziché il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, mi risponda Al Pacino: “Che te lo dico a fare”…

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com