di Anna Zonari*
Leggo con sconcerto l’ennesimo post del sindaco Fabbri che, da settimane ormai, sembra impegnato più in campagna elettorale che nel governo della città. Ancora una volta, invece di affrontare il tema della marginalità con strumenti adeguati, si scelgono toni securitari e slogan contro “nomadi” e “bivaccatori”, come se i problemi complessi potessero essere cancellati a colpi di Daspo.
Come La Comune abbiamo posto da mesi all’Amministrazione domande concrete su accoglienza, presa in carico, servizi per le persone senza fissa dimora, e abbiamo trovato un muro. Lo ribadiamo oggi: il contrasto alla povertà non si fa con i blitz, ma con politiche sociali degne di questo nome. Nessuno chiede di “trasformare Ferrara in un centro di accoglienza”, come sostiene il sindaco: chiediamo semplicemente che la città rispetti la legge, la dignità delle persone e il buonsenso amministrativo.
Ricordiamo infatti che i Comuni hanno l’obbligo di attivare i servizi sociali quando vengono individuati nuclei vulnerabili o persone in condizioni di fragilità, anche se non ci sono minori. Scegliere deliberatamente di non farlo significa scaricare i problemi sulla strada invece che affrontarli.
Il Sindaco rivendica che “Ferrara non è un paese per nomadi”. Noi continuiamo a pensare che Ferrara debba essere una città giusta, accogliente, capace di distinguere tra sicurezza e propaganda, tra decoro e diritti fondamentali. La povertà non si elimina con un hashtag.
Si affronta con politiche serie: prevenzione, alloggi temporanei, mediazione sociale, lavoro di strada, potenziamento dei servizi e collaborazione con il terzo settore. Invito chi vuole approfondire a leggere l’analisi che abbiamo pubblicato alcuni mesi fa, ancora drammaticamente attuale: “Senza fissa dimora a Ferrara: una questione aperta“.
Ferrara non merita che la vulnerabilità diventi un pretesto per fare propaganda. Merita un’amministrazione che si occupi davvero della città e delle persone che la abitano.
*Capogruppo de La Comune di Ferrara
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