Premio Storie di Alternanza e Competenze 2025
La consegna del premio "Storie di Alternanza e Competenze 2025" si terrà oggi mercoledì 19 novembre alla sala conferenze della Camera di commercio
La consegna del premio "Storie di Alternanza e Competenze 2025" si terrà oggi mercoledì 19 novembre alla sala conferenze della Camera di commercio
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Prima dell’intervento di scenario del vicepresidente Vincenzo Colla, l’iniziativa del Partito democratico sul futuro del Polo chimico è entrata nel vivo con due contributi molto chiari: la professoressa Laura Calafà e la deputata Antonella Forattini hanno messo sul tavolo, senza giri di parole, ciò che serve oggi al Polo di Ferrara e ciò che invece sta mancando completamente a livello nazionale. Due prospettive diverse, ma entrambe orientate a un punto comune: senza una strategia e senza interventi immediati, Ferrara rischia di perdere uno dei suoi pilastri produttivi.
La professoressa Calafà ha ribadito che la crisi della chimica ferrarese non è una sorpresa, ma l’esito di una traiettoria iniziata almeno vent’anni fa. Per questo, ha sottolineato, la risposta non può consistere nell’attesa. Serve avviare subito la sperimentazione prevista per il Polo, una scelta che considera “vitale” e non più rinviabile, perché i ritardi accumulati stanno già pesando sulle linee produttive e sulla tenuta occupazionale.
Calafà ha richiamato l’accordo siglato in Base sugli stop produttivi come un modello da cui partire: un’intesa che ha introdotto formazione e training on the job al posto degli ammortizzatori tradizionali, evitando impatti diretti sui lavoratori e mostrando come la transizione possa essere gestita con strumenti innovativi. Per la docente, questo esempio non deve restare isolato, ma deve diventare una pratica condivisa dentro l’intero Polo.
Ha poi insistito sulla necessità di costruire un sistema territoriale della ricerca che tenga insieme centri pubblici e privati, mettendo a fatto comune competenze e capacità progettuali. Solo così la ricerca può diventare una vera leva di sviluppo e non un compartimento separato dalla produzione. Altro punto decisivo riguarda il governo del rischio di transizione. Per Calafà non basta intervenire quando la crisi esplode: bisogna monitorare segnali anticipatori come l’uso crescente della cassa integrazione, gli accordi di solidarietà o i rallentamenti produttivi, in modo da attivare in tempo politiche attive, formazione mirata e sostegno ai processi innovativi. Altro passaggio centrale riguarda la formazione: “La chimica si è asciugata. Dobbiamo ricostruire i percorsi, dai master universitari agli Its, perché competenze e professionalità sono state disperse”.
La deputata Forattini, invece, ha puntato il dito contro la mancanza di una strategia nazionale. Ha ricordato che il Pd ha presentato interrogazioni, ordini del giorno e atti ispettivi per chiedere al governo un piano industriale sulla chimica di base. La risposta, ha detto, è stata una sequenza di chiusure: Priolo, Brindisi, Marghera e via dicendo. Ha definito Eni un soggetto orientato sempre più alla finanza e sempre meno all’industria, evidenziando come gli investimenti annunciati non si siano concretizzati. “Il governo si accontenta dei dividendi, mentre la chimica di base viene smantellata”, ha affermato con durezza.
Forattini ha poi inserito un riferimento diretto alla mozione discussa in Consiglio comunale a Ferrara, una mozione che chiedeva al governo chiarimenti sul futuro degli stabilimenti e impegni precisi su investimenti, linee produttive e ricerca. “Le domande poste nella mozione erano legittime e puntuali – ha detto la deputata – ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta concreta. Il governo continua a sostenere che vada tutto bene, mentre i dati sulla produzione industriale raccontano l’esatto contrario”.
La deputata ha spiegato come l’assenza di un riscontro istituzionale renda ancora più difficile portare in Parlamento una vertenza unitaria. Ha ricordato anche le divisioni sindacali emerse negli ultimi mesi, che “non aiutano una battaglia che richiede compattezza” e ha sottolineato che, senza una strategia nazionale, il quadrante padano – Ferrara, Mantova, Ravenna – rischia di essere lasciato a sé stesso.
“Oggi – ha concluso Forattini – non sappiamo quale potrà essere il destino dei nostri stabilimenti nel medio e lungo periodo. Ed è una situazione inaccettabile per territori che hanno costruito benessere, occupazione e competenze proprio a partire dalla chimica”.
Come avevano anticipato in apertura del convegno, la segretaria comunale Pd Giada Zerbini e il segretario provinciale Pd Enrico Bassi, il Polo chimico è punto nevralgico tanto per l’occupazione quanto per la transizione ecologica e “la città non può più permettersi di perdere tempo”. “Il rilancio non deve diventare conflitto politico – hanno detto -. Ferrara ha una forte identità industriale e deve rafforzarla”.
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