Nel panorama regionale che vede un nuovo incremento dei morti sulle strade, la provincia di Ferrara rappresenta una delle poche eccezioni positive. Nel primo semestre del 2025 gli incidenti sono scesi da 574 a 537, i feriti da 736 a 712 e soprattutto i decessi da 15 a 11, segnando un miglioramento che contrasta con la tendenza dell’Emilia-Romagna, dove le vittime aumentano complessivamente da 128 a 133.
Una flessione che invita all’analisi, in un contesto regionale più ampio che torna a interrogarsi su come contrastare l’inversione di rotta dopo anni di calo (-22,4% tra 2019 e 2024). Il tema è stato al centro della commissione Territorio e Ambiente, presieduta da Paolo Burani, riunita nell’ambito degli Stati generali della sicurezza stradale.
“L’educazione stradale è fondamentale per la nostra società”, ha sottolineato Burani ricordando che la sicurezza non riguarda solo la velocità, ma qualità della vita e vivibilità urbana. Concetto ribadito dall’assessora alla Mobilità Irene Priolo: “Serve riflettere sui numeri e agire attraverso la pianificazione delle città”. Per Marco Pollastri, presidente dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale, la sfida è culturale prima che tecnica: “Occorre una nuova cultura della mobilità sicura, con un approccio integrato e condiviso da istituzioni, enti, associazioni, mondo della ricerca e cittadini”. Gli Stati generali diventano così un momento di confronto su criticità e soluzioni.
Dall’Anci Emilia-Romagna, rappresentata da Caterina Bonvicini e Alessandro Rossi, arriva un doppio messaggio: ridurre la velocità nelle aree urbane e investire in piste ciclabili, senza dimenticare la responsabilità individuale alla guida. Claire Depre, dall’Unione europea, ha ricordato il progetto europeo di educazione stradale in corso, mentre Lorenza Mazzotti della Polizia provinciale di Ravenna ha illustrato un programma finanziato dalla Presidenza del Consiglio dedicato alle province più a rischio. Un’iniziativa che coinvolgerà scuole e forze dell’ordine con particolare attenzione ai pericoli legati ad alcol e stupefacenti. Mazzotti ha anche ribadito l’efficacia degli autovelox: “Non servono a fare cassa, ma a ridurre incidenti, feriti e morti”.
Diversi i punti di vista emersi nel dibattito politico. Simona Larghetti (Avs) si è detta preoccupata per la crescente ostilità verso i Comuni che applicano misure restrittive per la sicurezza, mentre Marco Mastacchi (Rete civica) ha segnalato come i cantieri di Bologna possano falsare i dati rallentando artificialmente le velocità medie. Per Vincenzo Paldino (Civici) la chiave è potenziare il trasporto pubblico e l’educazione nelle scuole, mentre Lodovico Albasi (Pd) chiede procedure più rapide per installare gli autovelox e più agenti di polizia locale nei piccoli Comuni. Fabrizio Castellari (Pd) ha sottolineato l’importanza della collaborazione istituzionale, mentre Priamo Bocchi (FdI) ha criticato l’uso “ideologico” del tema sicurezza. Daniele Valbonesi (Pd) ha infine ricordato il calo dei fondi governativi agli enti locali, che – a suo avviso – influisce sulla capacità di prevenzione.
I numeri del primo semestre 2025 mostrano una regione in chiaroscuro:
- 8.019 incidenti totali (24 in meno rispetto al 2024)
- 10.579 feriti (116 in più)
- 133 morti (5 in più)
Il maggior numero di sinistri avviene sulle strade urbane (5.727 incidenti, 50 morti), mentre sulle extraurbane si concentrano più decessi (83). Crescono le vittime tra gli automobilisti (da 48 a 54) e tra i ciclisti (da 12 a 20), mentre calano motociclisti e pedoni.
In un contesto regionale che torna a fare i conti con un incremento delle vittime, Ferrara – almeno in questa prima metà del 2025 – appare come un territorio che ha saputo invertire la tendenza.
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