di Fabio Anselmo
Domani (oggi, ndr) saranno trentasei anni da quel sabato pomeriggio in cui Denis Bergamini lasciò il ritiro in un modo che stupì tutti: lui, che non sgarrava mai. Alle 16.30 si presentò sotto casa di Isabella Internò. Non era un incontro casuale. Era un incontro organizzato. L’ultimo. Quell’ultimo appuntamento che, quando parliamo di femminicidio, raccomandiamo alle donne di non concedere mai perché può essere fatale. Questa volta è stato fatale per Denis. Denis cadde in un agguato. Fu ucciso e adagiato sotto le ruote di un camion. Un delitto d’onore. Un omicidio volontario, premeditato.
Eppure per anni è stata sostenuta un’altra storia. La storia secondo cui Denis si sarebbe “tuffato come in piscina” sotto quel camion, in un improvviso proposito suicidario. Una versione incredibile, smentita dalla logica, dalle prove, da corpo: intatto, salvo una singola lesione compatibile con il passaggio della ruota. Quella versione non fu solo accolta. Fu protetta. Depistaggi, omissioni, rilievi mancati, prove ignorate o orientate per confermare la prima bugia. Da chi aveva il dovere di garantire la verità. Per questo sono serviti trentasei anni. Trentasei anni di lotta civile, di dignità, di ostinazione.
Trentasei anni di Donata, che non ha mai smesso di cercare giustizia per suo fratello. Oggi abbiamo una certezza processuale: Denis non si è suicidato. E abbiamo un’altra certezza: Isabella Internò ha mentito, per anni, sotto giuramento, davanti a tutti. Una sentenza di primo grado l’ha condannata a sedici anni. Ma finché non avremo una sentenza definitiva, Internò è da ritenersi innocente. È il nostro modo di stare dentro la legalità, anche quando fa male.
Ora siamo in attesa dell’appello. E speriamo in una conferma rapida delle responsabilità. Oggi siamo accanto a Donata. E la difendiamo da chi specula, da chi chiacchiera, da chi usa un dolore così grande per costruire un altro spettacolo indecente. Non permetteremo che accada. Non dopo trentasei anni di verità tradita. Non dopo trentasei anni di lotta.
*avvocato della famiglia Bergamini
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