La Procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per un 26enne, accusato di violenza sessuale aggravata perché – secondo gli inquirenti – avrebbe abusato della cugina di 14 anni, prima tappandole la bocca e poi minacciandola di farle del male se avesse raccontato a qualcuno quello che era stata costretta a subire in quegli istanti.
La richiesta del pm Ciro Alberto Savino – titolare del fascicolo di indagine – è arrivata dopo l’ascolto in forma protetta della ragazzina, oggi 17enne.
Secondo il castello accusatorio, ricostruito dagli inquirenti dopo la denuncia della famiglia, il fatto sarebbe avvenuto più di tre anni fa, in un sabato estivo di fine luglio 2022 in una casa del Ferrarese, dove la ragazzina viveva insieme ai propri genitori. Lì, durante un momento conviviale tra parenti, come tanti altri ce ne erano già stati in passato, il cugino 26enne – che aveva 22 anni ed era anche lui ospite in quella abitazione – avrebbe approfittato di un momento in cui era rimasto solo con la giovane per compiere il presunto abuso sessuale di cui ora è accusato.
Nonostante le minacce di farle del male, qualora avesse riferito a qualcuno quanto sarebbe stata costretta a subire, la giovane ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai genitori che, assistiti dal legale Nicola Marani, hanno sporto denuncia alla Polizia di Stato. Da lì poi è partita tutta una serie di articolate indagini, che hanno portato la Procura a chiedere e ottenere di ascoltare la ragazza in audizione protetta poiché ancora minorenne, fino alla richiesta di rinvio a giudizio su cui ora dovrà prendere una decisione il gup Andrea Migliorelli del tribunale di Ferrara.
Se ne saprà di più il 27 gennaio, quando è fissata l’udienza preliminare. Non è dato sapere se per quel giorno, l’imputato (assistito dall’avvocato Emiliano Mancino) sarà in aula, dal momento che – attualmente – risulta essere irreperibile.
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