Gentile Direttore,
sto seguendo la vicenda dell’inserimento di “richiedenti asilo” (se ho ben inteso le notizie sui media) nella piccola comunità di Monticelli, da parte della Prefettura di Ferrara.
Non sono contrario, a priori, all’accoglienza, e credo di non dover darne prova, per la mia esperienza di vita. Tra l’altro, visti i trend demografici in atto ormai da anni nel nostro debole territorio, riterrei corretto accettare persone in grado di svolgere quei lavori che gli italiani, per i motivi più disparati, non possono o non vogliono più fare. Quello che desta qualche perplessità su questa scelta, però, sono un paio di considerazioni, se sono corrette le informazioni che sono riportate dai media.
La prima: i cosiddetti richiedenti asilo sarebbero presenti nel territorio italiano da più di due anni. E’ mai possibile che un richiedente asilo rimanga a carico degli italiani, per anni, prima di regolarizzare la propria posizione o venire rimpatriato? Alla base ci potrebbe essere un business? Ma perché magistratura e pubblica amministrazione possono permettere tutto ciò?
La seconda: lo sponsor principale dell’operazione Monticelli, dai giornali locali, sembrerebbe essere un ex presbitero che, per anni, ha amministrato associazioni e cooperative orientate all’accoglienza di migranti.
Sono cristiano: credo che l’accoglienza cristiana sia un dovere; ricordo però, al presbitero, e a chi legge che anche Gesù trovando i mercanti nel tempio, si è tolto la cintura ed ha dato giù di brutto, rovesciando banchi, mercanzie e denari a terra. L’accoglienza non può e non deve essere un affare economico, ma deve fondarsi su un’apertura del cuore.
Però, sembrerebbe che, a cominciare dai taxisti del mare per finire alle locazioni di immobili per i migranti, il tutto sia riconducibile a puro business, ammantato da un’accoglienza pelosa. Senza contare il grande insegnamento cristiano che ci ha lasciato il compianto Card. Giacomo Biffi, con la propria lettera pastorale ai bolognesi del 12 settembre 2000, per cui la sinistra bolognese dell’epoca ha gridato allo scandalo.
Ringrazio per la gentile attenzione.
Lucio Maccapani