Abbiamo letto nei giorni scorsi su CronacaComune Quotidiano online del Comune di Ferrara e sulla stampa locale dell’incontro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tra il ministro Salvini e il sindaco di Ferrara Fabbri, per discutere delle infrastrutture viarie che interessano il territorio ferrarese.
Riprendiamo di seguito alcuni passaggi della Comunicazione del Sindaco pubblicata su CronacaComune:
– “Il ministro Salvini ha assicurato la massima attenzione alle richieste avanzate dal territorio. Prima su tutte, la terza corsia sulla A13 nel tratto tra Bologna e Ferrara, che ad oggi non c’è… La terza corsia in autostrada è un tema cui teniamo moltissimo e la sua mancanza è una questione che vorremmo vedere risolta quanto prima – ha dichiarato il sindaco Alan Fabbri… questa è una battaglia storica per lo sviluppo del nostro territorio”;
“Il primo cittadino…Continueremo a chiedere interventi concreti su opere strategiche che, oltre alla terza corsia dell’A13, riguardano anche altre arterie essenziali per il territorio emiliano, come la Cispadana, la messa in sicurezza della statale 16 e la riqualificazione del raccordo Ferrara-Mare”.
Nella “Comunicazione Sindaco” sorprende che tra le “opere strategiche” per il territorio ferrarese si parli esclusivamente di strade ed autostrade, senza alcun riferimento alle infrastrutture ferroviarie, agli interporti, alle metropolitane di superficie, o all’idrovia (ovviamente non quella “faraonica” e sovradimensionata rispetto alle possibilità: vi sembra realistico “pensare e strutturare fisicamente ed economicamente” il sistema idroviario ferrarese – canali, chiuse e attracchi – per chiatte di V classe, lunghe 95-110 m e larghe fino a 11,40 m.?).
Posizioni che, purtroppo, ritroviamo anche nel PD locale e regionale – almeno stando agli articoli sulla stampa locale -.
Eppure, se prendiamo in esame il traffico merci, lo sviluppo e l’efficientamento delle infrastrutture ferroviarie e degli interporti, sono considerati ormai da tutti, categorie produttive per prime, elementi cruciali per la competitività del sistema Paese, l’efficienza logistica e la sostenibilità ambientale ed economica.
Un treno merci standard in Italia e in Europa, è mediamente lungo 600-750 metri e può trasportare l’equivalente di circa 30-50 camion. Si fa presto a fare i conti.
Industriali e Artigiani. “L’obiettivo primario è quindi incentivare il trasferimento di una quota significativa del trasporto merci dalla strada alla ferrovia, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione e riduzione del traffico pesante. La ferrovia è vista come l’opzione più ecologica per le lunghe e medie distanze.
Capacità e Nodi: Si chiede un aumento della capacità della rete ferroviaria, specialmente nelle aree di snodo (nodi urbani e metropolitani) e lungo i Corridoi Europei TEN-T (Trans-European Transport Networks) che attraversano l’Italia, dove si concentrano i traffici da e per il resto d’Europa…È fondamentale l’adeguamento e lo sviluppo dei raccordi ferroviari che collegano direttamente le aree industriali, i porti e gli interporti alla rete nazionale (il cosiddetto “ultimo miglio”), per massimizzare l’efficacia del trasporto su ferro.”
In altre termini, l’utilizzo delle ferrovie e degli interporti riduce i costi di trasporto aumentando la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionali, e nel contempo contribuisce a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale richiesti dai mercati e dalle normative (riduzione delle emissioni e dell’inquinamento acustico).
Ora, queste considerazioni non sono sviluppate da “eco-ambientalisti” nemici dello sviluppo e teorici della “decrescita”, ma sono espressione di diversi studi e interventi di associazioni di industriali ed artigiani.
Quindi, anche per gli industriali e gli artigiani, la competitività del sistema Paese, l’efficienza logistica e la sostenibilità ambientale del trasporto merci passa dallo sviluppo e l’efficientamento delle infrastrutture ferroviarie e degli interporti. Ma non per i nostri politici.
Zona Logistica Semplificata. Questo paradosso è accentuato dalla nascente Zona Logistica Semplificata (su cui la nostra classe politica ed imprenditoriale sta puntando molto) che, prevedendo l’interconnessione tra 11 nodi intermodali e 25 aree produttive distribuite in 28 Comuni su tutte le 9 province dell’Emilia-Romagna (i Comuni interessati in provincia di Ferrara sono 5: Ferrara – con l’inclusione delle aree del Polo Chimico e dell’autoparco di Ferrara Nord -, Argenta, Bondeno, Codigoro – inclusa l’area APEA Pomposa -, Ostellato) con il Porto di Ravenna, non può prescindere da una rete ferroviaria adeguata ed efficiente.
Mobilità quotidiana. Mentre il dibattito politico locale e regionale è focalizzato quasi esclusivamente sullo sviluppo monomodale stradale (terza corsia A13, Cispadana, SS16), la necessità di potenziare le infrastrutture ferroviarie e intermodali è ancora più necessaria se pensiamo alla logistica, la mobilità quotidiana ed il turismo.
L’attuale sotto-dimensionamento della rete ferroviaria ferrarese rappresenta un limite strutturale evidente. Non esistono collegamenti ferroviari con diversi dei maggiori Comuni della provincia (tra cui Cento, Comacchio e i Lidi, Copparo, e il Delta). A ciò si aggiunge l’inadeguatezza delle linee regionali con Mantova e Ravenna, spesso a binario unico, non elettrificate e con basse frequenze.
Metropolitana di superficie nell’area vasta Bologna – Ferrara – Modena. In presenza di un elevato pendolarismo giornaliero di lavoratori e studenti, servirebbe una Metropolitana di Superficie (SFM) che, con frequenze elevate (treni ogni 15-30 minuti), colleghi Ferrara – Modena – Bologna. Questa infrastruttura fornirebbe un’alternativa concreta e sostenibile alla viabilità decongestionando l’autostrada A13 e viabilità stradale ordinaria, e facilitando l’accesso ai poli universitari e di lavoro interrregionali.
Impatto su Turismo e Sostenibilità. Il potenziamento della rete ferroviaria sarebbe un elemento essenziale per lo sviluppo del turismo ferrarese. “Ferrara, città del Rinascimento, e il suo Delta del Po” Patrimonio UNESCO, necessita di collegamenti rapidi, frequenti e sostenibili per i flussi turistici nazionali ed internazionali. L‘ammodernamento e aumento delle linee trasformerebbe la città, la renderebbe ben collegata e facilmente raggiungibile, per altro favorendo anche la destagionalizzazione e lo sviluppo del turismo lento, su tutto il territorio provinciale (Delta del Po).
Un Necessario Cambio di Prospettiva. In definitiva, l’attuale dibattito politico, concentrandosi sull’allargamento stradale e autostradale, ignora le reali priorità. Il miglioramento della mobilità sostenibile, della competitività logistica e della qualità della vita per il territorio Ferrarese non dipendono dalla terza corsia dell’A13 o dalla Cispadana autostradale. Ormai “è dimostrato che la costruzione di una nuova corsia autostradale può alleggerire il traffico, ma l’effetto è generalmente temporaneo. Un allargamento autostradale invece di risolvere il problema del traffico tende a portare più veicoli sulla strada man mano che l’aumento di capacità diventa disponibile, ripristinando i livelli di congestione originali o addirittura superiori nel medio-lungo termine”.
Serve il potenziamento, elettrificazione e interconnessione delle linee ferroviarie e metropolitane di superficie esistenti su scala provinciale e interregionale, con un adeguato sistema di interporti.
E a questo proposito il PNRR è una grande occasione persa per finanziare la realizzazione e l’ammordenamento della rete ferroviaria locale.
Ci si chiede, in ultima analisi, perché il dibattito sulle infrastrutture viarie resti rigidamente monomodale. Non si tratta di essere contrari a priori a un’eventuale terza corsia o ad altre opere stradali, ma è indispensabile che queste siano inquadrate in un progetto complessivo per il trasporto merci e passeggeri. Un piano strategico moderno deve partire dall’analisi della situazione attuale e proporre interventi sulle carenze strutturali, per l’appunto la rete ferroviaria.
Solo un approccio integrato, e non stradale-centrico, può garantire la competitività e la sostenibilità del territorio.
E mentre a Roma i “nostri politici” parlano di grandi piani ed opere, a Ferrara tra lavoratori e studenti pendolari, ci si interroga se ci siano e quali siano le strategie della politica.
Serve un cambio di prospettiva immediato e radicale.
Francesco Vigorelli