Portomaggiore. Anche l’Associazione Pakistana Ferrarese, rappresentata dal presidente Wahed Akbar, dal vicepresidente Ali Faisal e dal segretario Zaheer Iqbal, prende le distanze dalle parole pronunciate dal finto imam di Portomaggiore alla trasmissione Quarta Repubblica di Rete4.
“Vogliamo esprimere tutta la nostra contrarietà e lontananza dalle convinzioni espresse da quell’uomo” affermano i tre, precisando che l’intervistato “non è l’imam di nessuna realtà“. “Pertanto – aggiungono – quello che ha detto non ci appartiene in alcun modo e mai ci è appartenuto“.
Questo perché – ci tengono a sottolineare – “la nostra posizione è quella di assoluta libertà dell’individuo. E con individuo intendiamo anche le donne, come previsto dagli stessi dettami religiosi e culturali”. Sul punto, i rappresentanti dell’associazione proseguono: “Lo si può evincere anche dalla stessa trasmissione, dal momento che vengono riprese diverse donne di origini pakistane mentre camminano per le strade di Portomaggiore, senza mai essere accompagnate da uomini”.
“Personalmente crediamo che, nel complesso, quello di Portomaggiore possa essere ritenuto un bel modello di integrazione” dicono, chiedendo alle amministrazioni comunali di non fermare il processo. “Pensiamo che tutte quelle iniziative che un tempo erano molto presenti, come lo stesso Consiglio comunale per l’Immigrazione o altre realtà simili, debbano essere portate avanti e non abbandonate. Aiutano a trovare punti di contatto tra diverse realtà e aiutano a contrastare fenomeni complicati come può esserlo il caporalato”.
Intanto oggi, dalle 11 alle 13, i rappresentanti della comunità pakistana di Portomaggiore hanno organizzato un incontro aperto alla cittadinanza in piazza Umberto I.
“Anche noi parteciperemo perché siamo convinti che potrà sicuramente essere un momento di condivisione delle varie idee e posizioni sull’argomento, ma soprattutto crediamo che possa facilitare o fare da ponte tra la nostra comunità e quella di Portomaggiore” chiudono.
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