Attualità
1 Dicembre 2025
Da un'idea visionaria a un hub culturale: la rete che ha cambiato il modo di vivere la conoscenza

Ferrara, 40 anni di rivoluzione bibliotecaria

di Redazione | 2 min

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di Emanuele Gessi

Per celebrare il Polo bibliotecario ferrarese, di cui in questi giorni si festeggia il quarantennale, l’attuale dirigente comunale del Servizio, Grazia Maria De Rubeis, ha fatto un lavoro di ricostruzione storica e, documenti alla mano, ha affermato: “Il progetto ferrarese, illustrato per la prima volta il 7 dicembre 1984 dall’allora direttore del Centro elaborazione dati del Comune Gianni Formica, proponeva una visione d’avanguardia del sistema bibliotecario. A partire dalla scelta di integrare e mettere in rete diverse realtà. Biblioteche, sì, ma anche archivi e collezioni del teatro Comunale e dei musei di arte antica e di arte moderna, per esempio. Oggi quel progetto lo definiremmo un hub, uno snodo capace di mettere al centro del sistema il cittadino. Scelte non banali per l’epoca, che resero possibile l’adesione al Servizio bibliotecario nazionale”.

Così De Rubeis ha contribuito ad animare “Biblioteche e comunità: una rete per lo sviluppo sociale e culturale”, il convegno nelle scorse settimane al Dipartimento di economia e management, per la volontà del Comune e dell’Università di Ferrara di festeggiare la cooperazione bibliotecaria territoriale mettendo in risalto le scelte e le persone chiave che l’hanno resa possibile e i valori e le linee riferimento.

Il Polo ferrarese, che vanta un patrimonio di oltre due milioni di documenti e 70 biblioteche connesse, è stato definito da Alberto Salarelli, docente di biblioteconomia dell’Università di Parma, “antesignano di molte altre cooperazioni, mattone significativo della crescita nazionale del sistema”.

Claudio Leombroni, dirigente della Regione Emilia-Romagna, ha rimarcato l’importanza per le pubbliche amministrazioni di offrire servizi di qualità alla cittadinanza e per farlo ha ricordato Fabio Donato, compianto docente di Unife e consigliere scientifico all’Unione europea: “Lui immaginava una piramide rovesciata in cui la punta rappresentava il servizio di prossimità per l’utente finale”.

Ad approfondire il concetto è stato Paolo Tinti, presidente dell’Associazione italiana biblioteche sezione Emilia-Romagna, che ha dichiarato: “La cooperazione si instaura innanzitutto tra la biblioteca e la propria comunità di lettori. Diversamente si creerebbe uno scollamento deleterio per le possibilità di fare rete. Invero, le biblioteche sono dei presidi importanti per rispondere alle esigenze culturali espresse dal territorio”.

Le opportunità che attendono anche la realtà ferrarese sono state elencate da Maria Cristina Mataloni, dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane, che ha fatto riferimento alle incursioni dell’intelligenza artificiale, tra cui le sperimentazioni per gli inserimenti semi-automatici delle notizie bibliografiche, per supportare i bibliotecari a registrare ingenti quantità di dati.

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