Cento
15 Novembre 2025
Le parti hanno presentato le loro liste testi. Alla prossima udienza il giudice deciderà quali ammettere e quali sfoltire

Morì a 15 anni con l’auto nella voragine. Il processo arriva in aula

di Davide Soattin | 3 min

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È arrivato ieri mattina (venerdì 14 novembre) in aula il processo per la tragica fine del 15enne Marco Lelli Ricci, giovane promessa del basket originario di Granarolo, in provincia di Bologna, morto nella serata del 3 aprile 2022, mentre percorreva in automobile – insieme ai propri genitori – via Nuova, tra Renazzo e Pilastrello, nel territorio comunale di Cento. Cinque le persone a processo con l’accusa di omicidio stradale: il padre della vittima, due funzionari della Provincia di Ferrara, due responsabili dell’azienda che stava operando nel cantiere.

Il tragico incidente infatti, avvenuto intorno alle 21, vide l’automobile della famiglia Lelli Ricci finire dentro a una voragine che era stata realizzata durante le operazioni di scavo di un cantiere stradale.

Davanti alla giudice Rosalba Cornacchia del tribunale di Ferrara, le parti hanno presentato le loro liste testi. Molti quelli in comune. Tredici quelli indicati dal pubblico ministero, che ha anche chiesto l’esame dei cinque imputati. Tra quelli presenti nella lista dell’avvocato di parte civile Dario Bolognesi invece, che assiste papà, mamma e fratello del 15enne, risultano esserci anche alcuni residenti – per documentare la presunta inadeguatezza della cartellonistica – e i consulenti tecnici, vale a dire la psichiatra Michela Casoria e il medico legale Giuseppe Fortuni relativamente ai presunti danni fisici e psicologici riportati dai familiari dopo il fatto. L’avvocato Luca Esposito – che difende i funzionari della Provincia – ha inoltre chiesto che venga sentito anche il sindaco di Cento, Edoardo Accorsi.

Il procedimento tornerà nuovamente in aula il 21 novembre, quando il giudice dovrà valutare l’appropriatezza delle liste testi presentate dalle parti ed eventualmente procedere con uno sfoltimento.

Per tutti gli imputati finiti a processo, lo ricordiamo, l’accusa è di omicidio stradale in concorso, seppur con sfaccettature diverse a seconda delle contestazioni che vengono loro avanzate dalla Procura.

Per esempio, al padre che era al volante dell’automobile (difeso dall’avvocato Vittorio Galassetti) viene contestata la velocità di marcia, dal momento che – stando alla consulenza cinematica effettuata – stava percorrendo quel tratto di strada con una velocità pari a 80 km/h, superiore il limite stabilito dei 50 km/h lungo quello via. Ai due funzionari della Provincia (avvocati Massimo Bissi e Luca Esposito) invece, proprietaria della strada ed ente appaltante, e ai due responsabili dell’azienda (avvocato Riccardo Caniato) che stava operando nel cantiere, viene contestata l’inosservanza delle norme relative alla sicurezza sul lavoro e la segnalazione del cantiere.

Durante l’udienza preliminare era stato accordato invece il patteggiamento a 1 anno e 8 mesi di condanna – con sospensione della patente di guida per due anni – la ragazza (avvocato Riccardo Ziosi) che era transitata nello stesso tratto di strada poche ore prima dell’incidente, finendo per urtare le transenne che erano state messe a protezione dello scavo, perdendo la targa del veicolo con cui poi i carabinieri, durante i successivi accertamenti effettuati, erano riusciti a risalire alla sua persona, individuandola. A lei la Procura di Ferrara contestava il mancato ripristino della recinzione che era stata precedentemente divelta.

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