Contestata truffa del Superbonus da 70mila euro
Una truffa del Superbonus da circa 70mila euro è quella che la Procura di Ferrara contesta a quattro uomini, tutti residenti nella provincia di Ferrara e a vario titolo legati a due società di edilizia
Una truffa del Superbonus da circa 70mila euro è quella che la Procura di Ferrara contesta a quattro uomini, tutti residenti nella provincia di Ferrara e a vario titolo legati a due società di edilizia
"Fantasiosa propaganda". Così Dario Bernardi, sindaco di Portomaggiore, definisce il servizio di Quarta Repubblica andato in onda su Rete 4 lunedì 4 novembre. Lo fa non prima di aver preso le distanze dal "sedicente Imam" che ha pronunciato "parole che fanno ribrezzo"
Assolto per non aver commesso il fatto. È questo l'esito del procedimento nei confronti di un uomo accusato di minacce aggravate dalla modalità simbolica dalla Procura di Ferrara
L'Università di Ferrara non ha intitolato nessuna aula al suprematista bianco Charlie Kirk. Al momento c'è solo una proposta (votata a maggioranza) del Consiglio degli studenti lanciata da Azione universitaria. Di fronte al diffondersi di notizie errata, l'ateneo estense tenta di spiegare i vari passaggi che la proposta degli studenti di destra dovrebbe affrontare prima di realizzarsi
L'associazione ha portato all'assessora una serie di proposte per “agire sulla matrice sub-culturale dell'immaginario 'maranza': un'educazione civica più approfondita, nelle scuole, visite al carcere minorile, momenti di approfondimento con testimonianze di vittime”
E’ stato assolto l’agente di Polizia penitenziaria Giuseppe Palermo, unico imputato rimasto dei quattro iniziali, dopo l’archiviazione da parte del gip delle altre tre persone inizialmente indagate. La Procura di Ferrara aveva chiesto 1 anno di pena, ridotto a 8 mesi grazie al rito premiale dell’abbreviato.
Le indagini e il conseguente processo erano scaturite dalla morte di Lorenzo Lodi che il primo settembre del 2021 si era tolto la vita in cella.
Inizialmente, a dovere rispondere di omicidio colposo, erano anche un medico, una ispettrice e comandante della polizia penitenziaria di Ferrara. Come detto sono state tutte archiviate.
Il gip aveva però disposto l’imputazione coatta, per omicidio colposo, all’agente che in una successiva udienza, sentito dal gup Andrea Migliorelli, aveva riferito di aver ricevuto l’ordine di servizio relativo alla necessità di passare almeno ogni venti minuti per controllare Lodi solamente alle 14.30, quando ormai era già troppo tardi.
Palermo aveva spiegato di essersi recato davanti alla cella immediatamente dopo aver ricevuto la consegna, purtroppo troppo tardi per salvare la vita al 29enne. Una versione supportata da un documento prodotto dalla difesa nell’udienza del 4 marzo 2025.
L’ultimo controllo alla cella di Lodi era avvenuto intorno alle 11.30 e la Procura ha contestato il mancato ritorno dell’agente – in servizio dalle 8 alle 16 – fino alle 14.50. L’ordine di servizio per cui si sarebbe dovuto procedere a controllo pare però essere arrivato solamente alle 14.30 e l’agente, a quel punto, si sarebbe immediatamente recato alla cella per verificare lo stato di Lodi. Sfortunatamente troppo tardi per salvargli la vita.
Soddisfatto della sentenza l’avvocato Alberto Bova, difensore di Palermo, che parla di “un esito che pensavamo potesse verificarsi fin da quando ci fu la prima richiesta di archiviazione”.
“Rispettiamo la decisione del giudice” ma “il percorso giudiziario di questo caso non finisce qui”, ha invece aggiunto l’avvocato di parte civile Antonio De Rensis, che assiste i familiari del ragazzo.
Secondo quanto apprende Estense.com, infatti, non è esclusa la richiesta di riapertura della indagini da parte della Procura per valutare ulteriori responsabilità in capo ad altre persone. In ogni caso, aggiunge Bova, eventuali “riaperture di indagini non riguardano sicuramente noi” che “siamo estranei a qualsiasi contestazione possibile”.
Lodi, lo ricordiamo, venne arrestato il 31 agosto dai carabinieri che lo avevano trovato in possesso di 2 kg di marijuana, più di un etto e mezzo di hashish, una pistola rubata (consegnata spontaneamente) e munizioni, oltre a 16mila euro in contanti.
L’intervento dei militari nella sua abitazione arrivò in seguito alla segnalazione della fidanzata e di due amici sulle sue intenzioni suicidarie, espresse tramite messaggi inviati dal cellulare. Una circostanza che, a quanto risulta, venne segnalata dagli operatori dell’Arma anche nel successivo verbale d’arresto.
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