Attualità
10 Novembre 2025
La studentessa ferrarese sul palco di Reggio: “La parola inclusione non dovrebbe nemmeno esistere”

Discriminazione a scuola. La lezione di Agata

di Redazione | 2 min

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“La parola inclusione non dovrebbe nemmeno esistere”. È una studentessa 14enne a parlare dal palco dell’Auditorium del Centro Malaguzzi di Reggio Emilia davanti alle autorità e a 400 studenti, insegnanti e formatori per la prima delle tre giornate “Finestre sul futuro”, promosse da Regione, Comune di Reggio Emilia e Reggio Children.

Lei è Agata Vincenzi, già conosciuta per le passeggiate anti-barriere architettoniche e ora componente dell’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che ha strappato una standing ovation al termine del suo discorso.

“La parola inclusione non dovrebbe nemmeno esistere- ha detto davanti al presidente della Regione Michele de Pascale dopo aver raggiunto in carrozzina il podio degli interventi -. Io personalmente a scuola ho vissuto purtroppo tanta discriminazione e questo è successo perché siamo in una società abilista, cioè una società dove tutto viene pensato per persone senza disabilità, che sanno parlare, sentire. Personalmente a me a scuola a volte è successo che parlassero di me come se fossi diversa dai miei compagni, oppure che non potessi fare certe cose. Mi ha dato molto fastidio, perché comunque posso pensare, posso dire quello che penso molto tranquillamente”.

“Bisogna far partecipare – ha concluso – qualunque persona con qualunque possibilità e opportunità. Aver potuto intervenire oggi mi ha aiutata molto a capire che questo è un posto dove tutti possono dire quello che pensano. Anche questa è politica”.

“Grazie Agata per il tuo intervento – le ha risposto de Pascale -. Visto quello che ci hai detto, per ogni momento difficile che hai dovuto affrontare penso che ti dobbiamo tutti chiedere scusa”.

“Ogni intervento è stato una coltellata – ha proseguito il presidente della Regione -. Ma queste voci che ho sentito, così dirette e appassionate, sono la prova che dobbiamo ripartire da loro per costruire una scuola capace di accompagnare i ragazzi e le ragazze non solo nell’acquisizione di competenze, ma anche nella crescita personale, affettiva e relazionale. La Regione vuole essere al loro fianco, con tutti gli strumenti di partecipazione possibile, a partire dal Consiglio regionale delle ragazze e dei ragazzi, perché la scuola torni a essere e sia sempre più un luogo di partecipazione consapevole e attiva”.

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