Alle 18 è stato pronunciato il manifesto dell’evento e letta ad alta voce anche la formula dell’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, seguito poi da alcuni minuti in cui sono stati fatti suonare fischietti, tamburi e coperchi per fare in modo che la protesta fosse il più rumorosa possibile. Durante il sit-in il termine ripudia è stato più volte sottolineato come verbo forte, simbolo di una scelta attiva e responsabile, mentre dopo la lettura del manifesto i partecipanti hanno sfilato dal muretto dell’Eccidio del Castello Estense dove è stato fatto un altro flash mob rumoroso. Poi da li silenziosamente verso il Sacrario dei Caduti, toccando così alcuni luoghi di memoria storica della città: dalla violenza del passato alla speranza di un futuro senza guerra.
Durante la manifestazione oltre al manifesto dell’evento sono state condivise testimonianze e riflessioni: “Noi la guerra la conosciamo bene. L’abbiamo vista, l’abbiamo curata, ne abbiamo ascoltato le storie nei nostri ospedali, assistiamo a una propaganda che giustifica il riarmo…miliardi che dovrebbero servire a sanità, scuola e ambiente destinati alla produzione di missili e munizioni.” Una presenza cittadina e attiva quella di Emergency, che non ha voluto solo tenere viva la memoria ma anche sollecitare all’azione, “Perché la pace non è silenzio, ma responsabilità condivisa” è stato ricordato più volte. “Dobbiamo stanare dove la guerra si nasconde: nelle filiere economiche, nelle logiche industriali, nella produzione culturale, nei discorsi che la normalizzano.” La mobilitazione ferrarese si inserisce in una rete nazionale più ampia, a significare che “l’Italia ripudia la guerra” non solo come enunciazione ma come vera e propria pratica sociale.