“Da questa destra non arriva alcuna novità. Gli stessi volti, gli stessi metodi, le stesse logiche che negli ultimi cinque anni hanno condotto Comacchio in una situazione di immobilismo”.
Così Michele Farinelli, segretario del Partito Democratico di Comacchio, commenta la nascita dell’intergruppo “Noi con Bellotti” che riunisce consiglieri di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e 2Q20 a sostegno del candidato Samuele Bellotti.
“Quello che si presenta come un progetto civico – spiega Farinelli – è in realtà l’ennesimo cartello elettorale costruito a tavolino, con le stesse persone che fino a ieri giuravano fedeltà alla giunta Negri e che oggi si ripropongono sotto un altro nome. Non c’è alcuna discontinuità, solo un’operazione di facciata”.
Sul presunto “civismo” del nuovo gruppo, il segretario dem è netto: “Basta guardare i manifesti che hanno invaso la città: l’immagine di Bellotti è affiancata al simbolo di Fratelli d’Italia. Non si può parlare di civismo quando si utilizza apertamente il marchio di partito. Se si vuole essere trasparenti, si abbia almeno il coraggio di dire la verità ai cittadini”.
Farinelli sottolinea anche il problema del metodo e della visione: “A parole parlano di dialogo e collaborazione istituzionale, nei fatti si tratta di una destra che continua a ricevere direttive dall’alto, lontane dai bisogni reali della comunità. Non c’è un’idea di sviluppo, non c’è un progetto per i lavoratori stagionali, per i giovani, per il turismo o per l’ambiente. C’è solo una coalizione che cerca di restare unita per mantenere il potere”.
Poi il segretario del Pd rilancia una visione alternativa: “Noi crediamo che Comacchio abbia bisogno di serietà, competenza e concretezza. Il Partito Democratico sta lavorando a un progetto che parta dalle persone, dai territori, dall’ascolto delle categorie e delle associazioni. Non da logiche di appartenenza, ma da un’idea chiara di futuro. A breve presenteremo la nostra candidatura al governo del territorio. Ci siamo, è questione di qualche settimana, non è necessario tenere una campagna elettorale lunga mesi (o anni come la destra) rischia solo di allontanare ancora di più il cittadino dalla politica”.
E conclude con una metafora: “Questa destra è come chi prova a rifare un film vecchio in una nuova versione: su dieci volte, dieci volte viene male. Perché se non cambi il copione, puoi cambiare gli attori quanto vuoi, ma il risultato resta lo stesso. Comacchio non ha bisogno di un remake, ha bisogno di un nuovo inizio. E noi siamo pronti a scriverlo insieme ai cittadini”.
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