La Legge di Bilancio 2026 del Governo Meloni è un nuovo e pesante colpo per gli Enti Locali e per i cittadini. È una manovra che, oltre a favorire i più ricchi, come hanno certificato ISTAT, Bankitalia e Ufficio parlamentare di bilancio, taglia i servizi, indebolisce i Comuni e scarica sui territori le conseguenze di scelte politiche sbagliate. Nel 2026, i Comuni subiranno un incremento del 130% dell’accantonamento sulle entrate correnti, con una riduzione drastica delle risorse destinate a manutenzioni, servizi e persino stipendi. Allo stesso tempo, il Governo cancella o riduce fino al 90% gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade ed edifici pubblici. Un colpo durissimo alla capacità di programmazione degli enti locali, in particolare dei piccoli Comuni e delle aree interne.
La destra lascia i Comuni ‘indebitati’ per oltre un miliardo e mezzo di euro per spese che dovrebbero essere a carico dello Stato, come l’accoglienza dei minori e il sostegno alle famiglie; invece di intervenire li trasforma in bancomat, prelevando risorse attraverso l’aumento della tassa di soggiorno: intanto restano senza fondi il diritto alla casa, il trasporto pubblico, gli asili nido e i centri estivi.
L’aumento della spesa militare sottrae ulteriori risorse ai servizi fondamentali per i cittadini: sanità, istruzione, welfare, sicurezza e tutela ambientale; ed è inaccettabile che mentre si chiedono sacrifici ai Comuni, si continui a destinare miliardi alle armi anziché ai bisogni reali delle persone.
Chiediamo ai parlamentari locali del centrodestra che abbiano il coraggio di dissociarsi da questa manovra ingiusta e insostenibile, che colpisce i Comuni e i cittadini più fragili, perché difendere i territori significa dire no a tagli che mettono in crisi i servizi essenziali.
Il 19 novembre saranno a Roma, in Piazza Capranica alle 11, sindaci e amministratori di tutta Italia, per dire con forza no ai tagli e sì a un piano di investimenti per i Comuni, per aiutare i territori, per la sicurezza ambientale e la giustizia sociale.
Alleanza Verdi e Sinistra, Possibile e Coalizione Civica di Ferrara
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