Lettere al Direttore
7 Novembre 2025

Linciaggi e “mafiosi per definizione” (1890–1900)

di Redazione | 2 min

Dopo l’omicidio del capo della polizia David Hennessy, 11 italiani furono linciati a New Orleans (1891): la stampa li definì “banditi siciliani”, “nemici della legge”. Altri linciaggi di italiani avvennero a Tallulah, Louisiana (1899) e altrove: la giustificazione ricorrente era che “non rispettavano le regole americane”. Il caso Sacco e Vanzetti (1920–1927) divenne simbolo: due immigrati italiani anarchici condannati e giustiziati in un clima di xenofobia; i discorsi pubblici li dipingevano come minaccia all’ordine costituito.

Il ragionamento del Sindaco sui magrebini non è nuovo. È simile ai luoghi comuni sugli italiani: tra fine ’800 e metà ’900, negli Stati Uniti veniva rivolto agli italiani: dipinti come “criminali per natura”, “anarchici”, “non assimilabili”, pericolosi per l’ordine pubblico.

Sappiamo come andò: linciaggi (New Orleans, 1891), campagne stampa sul “pericolo italiano”, quote migratorie contro gli europei del Sud (1924), fino a classificare centinaia di migliaia di italo-immigrati come “enemy aliens” durante la guerra.

Oggi nessuno direbbe che l’italianità è “incompatibile con l’autorità”: la storia ha smentito gli stereotipi, non la nostra dignità. Per questo trovo grave e miope riproporre la stessa cornice sugli adolescenti magrebini di oggi. È un errore per almeno quattro ragioni: Colpisce collettivamente: confonde individui e reati con categorie etniche. La sicurezza si costruisce perseguendo i fatti, non i cognomi o la provenienza.

Semplifica ciò che è complesso: povertà educativa, abbandono scolastico, lavoro nero, spazi pubblici desertificati e assenza di adulti significativi sono fattori molto più predittivi dei reati della “origine”. Alimenta profezie che si autoavverano: se dici a un ragazzo che “è il problema”, finirà per crederci. Se gli dici “sei parte della città e ne rispetti le regole”, gli dai un posto dove stare. Dimentica la nostra memoria: Ferrara e l’Italia sono piene di famiglie che hanno antenati emigrati e stigmatizzati.

La coerenza ci chiede di non fare agli altri ciò che è stato fatto a noi. Nessuno nega che esistano comportamenti da sanzionare: vanno puniti uno per uno, senza sconti. Le Forze dell’Ordine fanno il proprio dovere: prevenire e reprimere i reati, ogni giorno, con professionalità. Il sindaco ha il dovere di tenere unita la comunità che rappresenta, parlare per tutti senza discriminare, collaborare con Prefetto e Questore, investire in prevenzione (scuola, lavoro, spazi pubblici), far rispettare regole uguali per tutti e rendere conto dei risultati.(Anche dando l’esempio rispettando le regole , in campagna elettorale qualcuno le dimenticava). A Ferrara chiediamo questo: leadership, responsabilità e soluzioni che migliorino la vita reale delle persone, non etichette che feriscono la città.

Roberto Baldisserotto

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com