Cresce la rete di defibrillatori automatici, presenti sul territorio provinciale. Giovedì (6 novembre) mattina, presso i locali del 118 della Casa di Comunità Cittadella San Rocco, si è svolta la consegna ufficiale dei defibrillatori semiautomatici (Dae) destinati a otto centri sociali Ancescao del territorio.
L’iniziativa, promossa dall’Azienda Usl di Ferrara, in collaborazione con i centri sociali Ancescao e il Comune di Ferrara che attraverso l’assessorato alle Politiche Sociosanitarie ha collaborato attivamente per realizzare questa rete di cardioprotezione, rientra nel progetto regionale per la diffusione dei Dae e la lotta contro la morte improvvisa da arresto cardiaco. È stato infatti finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 120.000 euro per la provincia di Ferrara, nell’ambito della Delibera di Giunta Regionale n. 2030/2023.
La Rete 118 di Ferrara ha destinato i defibrillatori non solo a istituzioni provinciali (forze dell’ordine, vigili del fuoco, capitaneria di porto, prefettura) ma anche a centri ricreativi e civili, tra cui i centri sociali Ancescao appunto, l’Ente Palio e la stazione ferroviaria di Ferrara, per un totale di 66 Dae distribuiti.
Gli otto centri che hanno ricevuto il defibrillatore stati individuati tenendo conto di due criteri principali: la distanza dai defibrillatori già presenti e accessibili 24 ore su 24 nelle vicinanze e la frequentazione quotidiana e il numero di persone che abitualmente utilizzano il centro.
Grazie a questa analisi, è stato possibile individuare le sedi dove la presenza del DAE potrà garantire la massima efficacia e sicurezza per la comunità locale, che sono le seguenti: “V. Ronconi” di Codigoro, “Il Noce” di Poggio Renatico, “Il Viale” di Tresignana, “Il Quadrifoglio” di Pontelagoscuro, “La Rivana” di Ferrara, Sant’Agostino, “Borgo del Passo Vecchio” di Sabbioni e “SI.RE” di Santa Maria Codifiume.
Ogni anno, in Europa, oltre 400.000 persone perdono la vita a causa di un arresto cardiaco improvviso, di cui circa 60.000 in Italia. Nel 70% dei casi l’arresto avviene in presenza di altre persone che, tuttavia, intervengono solo nel 15% delle situazioni, perché non sanno riconoscere l’arresto cardiaco o non si sentono in grado di agire.
Secondo gli esperti, molte vite potrebbero essere salvate se la rianimazione cardiopolmonare (Rcp) e l’uso del defibrillatore venissero avviati prima dell’arrivo dei soccorsi, con un potenziale di 200.000 vite salvate ogni anno in Europa.
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