Riva del Po
6 Novembre 2025
Per l'intossicazione letale del 73enne Carlo Alberto Buzzoni la Procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per don Francesco Pio Morcavallo, parroco di Cologna

Morto per monossido nell’ex canonica. Prete accusato di omicidio colposo

di Davide Soattin | 2 min

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Cologna. La Procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per don Francesco Pio Morcavallo, 46enne parroco di Cologna, accusato di omicidio colposo per la tragica fine di Carlo Alberto Buzzoni, il 73enne morto per intossicazione da monossido all’interno di quella che era l’ex canonica della chiesa della piccola frazione di Riva del Po, dove l’anziano abitava.

Il corpo senza vita dell’uomo era stato ritrovato intorno all’ora di pranzo del 22 novembre 2023 al civico 373 in via Brusantina.

A dare l’allarme erano stati alcuni conoscenti dell’anziano che, non vedendolo comparire al mattino, si erano insospettiti e avevano deciso di allertare i figli e i soccorsi. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, i sanitari del 118 con ambulanza e automedica, oltre che i carabinieri, ma purtroppo per il 73enne non c’era già più nulla da fare: era già morto da alcune ore.

Ora, per quel fatto, il pm Andrea Maggioni – titolare del fascicolo di indagine – chiede che don Morcavallo venga processato perché, in qualità di parroco e amministratore della parrocchia di Cologna, per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, avrebbe concesso in uso l’abitazione a Buzzoni senza verificare – questa l’accusa – la corretta funzionalità e installazione delle apparecchiature per il riscaldamento e la produzione di acqua calda che erano situate all’interno del bagno.

Apparecchiature che, come da verifica dei vigili del fuoco, “non risultavano – si legge nel capo di imputazione – installate conformemente alle norme UNI CIG 7129” che ne vietavano quindi l’utilizzo in quel tipo di locali.

Durante l’udienza di ieri (mercoledì 5 novembre) mattina però, davanti al gup Marco Peraro del tribunale di Ferrara, l’avvocato Denis Lovison – che difende il prete – ha prodotto una consulenza tecnica di parte che solleverebbe il sacerdote dalle responsabilità che gli vengono attribuite relativamente all’impianto che, secondo gli inquirenti, non sarebbe stato a norma.

Se ne saprà di più il 14 gennaio, quando il procedimento – in cui parti civili sono i familiari del 73enne, assistiti dagli avvocati Gianluca Filippone ed Erika Facchini – tornerà in aula.

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