Portomaggiore. Dalle attività di repressione e controllo del territorio alle misure propositive come lo Sportello lavoro, il Job day e il progetto Agribus che i sindacati hanno stimato aver sottratto in 3 mesi 90mila euro agli intermediari illegali nello sfruttamento del lavoro agricolo. Sono queste alcune delle tematiche affrontate durante la riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica che si è tenuto nel Comune di Portomaggiore il 5 novembre.
Tra i progetti citati il prefetto Massimo Marchesiello cita proprio il progetto Agribus che “ha dimostrato che la lotta al caporalato si vince con la prevenzione e non solo con la repressione”. “Offrire alternative concrete e legali ai lavoratori – aggiunge – significa togliere terreno agli sfruttatori. Il rinnovo del progetto conferma l’impegno delle istituzioni e di tutti gli attori coinvolti nel garantire dignità e legalità nel lavoro agricolo”.
Il padrone di casa, il sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi ha voluto ricordare che il caporalato e lo sfruttamento del lavoro agricolo è per la sua amministrazione e il territorio “un tema di priorità assoluta, un territorio che ha nell’agricoltura un caposaldo della propria economia”. “Ma come abbiamo sempre detto – aggiunge -, il problema non è e non può essere solo di Portomaggiore, riguarda la qualità del lavoro e la pacifica convivenza in tutta la nostra Provincia”.
Bernardi ha voluto ringraziare le istituzioni presenti al tavolo per l’attenzione e la sensibilità dimostrate nei confronti della comunità portuense. Erano presenti: i vertici delle Forze dell’Ordine, una delegazione della Regione Emilia Romagna con a capo l’assessore alle Politiche abitative, al Lavoro e alle Politiche giovanili Giovanni Paglia, i sindacati e le associazioni datoriali, e i responsabili degli uffici territoriali di Inps, Inail e Itl.
Nell’attività di repressione e controllo sul territorio è stata cruciale la sinergia tra le istituzioni locali, in particolare tra il Comune di Portomaggiore, l’Unione Valli e Delizie, la Compagnia Carabinieri di Portomaggiore e la Polizia Locale. L’attività di contrasto e controllo è stata alimentata da un monitoraggio puntuale del fenomeno dell’ospitalità e della cessione di fabbricato, reso possibile grazie al sistema informativo territoriale.
Questi i risultati operativi della Polizia Locale illustrati dal sindaco Bernardi: le persone controllate dalla Polizia Locale in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri nel 2024 sono state 61, e nel 2025 66, con 54 sanzioni totali per mancata comunicazione di ospitalità, da mille euro ciascuno per 54mila euro totali; i controlli abitativi operati in autonomia dalla Polizia Locale hanno portato al controllo di ulteriori 80 persone e svariati altri alloggi: nel complesso oltre 200 persone e oltre 20 appartamenti controllati in due anni.
Per affrontare la crescente pressione abitativa e le situazioni di insicurezza edilizia, a partire dal 2024 è stata modificata la modulistica e potenziato il controllo sulle idoneità alloggiative, garantendo il 100% di sopralluoghi tecnici fotografici in risposta a tutte le richieste di idoneità, un passo non scontato fino a pochi anni fa.
A questi dati si affiancano i riscontri positivi in termini di sicurezza pubblica forniti dai Carabinieri. I dati statistici del Ministero dell’Interno mostrano un miglioramento nel periodo gennaio-ottobre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, con un calo dei delitti di circa il 7% e delle rapine del 28%, senza registrare rapine in abitazione. L’Arma ha dato un forte impulso alle esigenze del territorio, aumentando la presenza di pattuglie sul territorio del 43% e il personale impiegato nei servizi esterni del 26%. Il Comandante provinciale dei Carabinieri ha sottolineato che, sebbene i dati indichino un buon andamento, è fondamentale che i cittadini continuino a segnalare e denunciare, poiché un reato non denunciato è formalmente un reato mai avvenuto.
Le misure propositive: un modello per l’intermediazione legale. Parallelamente all’azione repressiva, il consesso ha evidenziato l’efficacia delle misure propositive sviluppate in collaborazione con la Rete per il Lavoro di Qualità, che stanno fungendo da vero e proprio modello.
La prima misura è lo Sportello Lavoro, un distaccamento del Centro per l’Impiego, inaugurato nel 2025, che ha come obiettivo primario quello di togliere terreno agli intermediari illegali. Grazie anche al supporto del personale specializzato in mediazione culturale linguistica (fornito da Cidas), lo sportello ha registrato un’utenza importante, incontrando 262 utenti unici con 330 accessi complessivi.
La seconda iniziativa di successo è stata il Job Day, un evento che ha facilitato l’incontro diretto tra aziende agricole e lavoratori, registrando una partecipazione di 400 persone. Diciotto aziende hanno partecipato all’evento, offrendo complessivamente 460 posti di lavoro. Lo sportello ha permesso di gestire 900 posti di lavoro reali nel 2025.

Il terzo elemento fondamentale è il progetto Agribus, volto a strutturare un trasporto legale per i lavoratori stagionali. Il servizio, attivo fino a settembre, ha registrato un utilizzo superiore all’80%. Le organizzazioni sindacali hanno calcolato che, sottraendo i costi di trasporto (stimati in media a 200 euro al mese per lavoratore sfruttato) a 150 persone per 3 mesi, l’Agribus ha sottratto circa 90.000 euro agli intermediari illegali. Il trasporto è un punto focale dello sfruttamento, con lavoratori che arrivano a pagare tra 100 e 200 euro al mese per un posto sull’auto che li porta al lavoro.
L’impatto economico e le sfide sociali. Queste misure sono fondamentali per contrastare una rilevante economia sommersa rurale: si stima che il giro d’affari legato allo sfruttamento per il trasporto e abitativo ammonti a circa 3 milioni di euro.
Relativamente alla salute e sicurezza sul lavoro, i dati Inail evidenziano che l’Emilia-Romagna ha l’incidenza infortunistica in agricoltura più alta (13%). Sebbene Ferrara sia al quinto posto regionale per infortuni denunciati (357 nel 2024), è al primo posto per infortuni mortali nel settore agricolo nel 2024, con quattro casi, anche se in quel periodo erano dovuti prevalentemente a malori o infortuni in itinere. L’investimento sull’alfabetizzazione è stato richiamato come fondamentale per consentire ai lavoratori l’accesso ai servizi sanitari di promozione della salute e all’ambulatorio specialistico di medicina del lavoro.
Prospettive e continuità del modello. È emerso un forte appello a strutturare e finanziare la continuità dei servizi avviati, dimostrando che il lavoro stagionale regolare in agricoltura non solo è possibile, ma può diventare la normalità.
La Regione Emilia Romagna ha confermato l’intenzione di rifinanziare lo Sportello Lavoro. L’assessore Paglia ha informato che la Regione sta lavorando a un tema di riordino e incentivi specifici per l’alloggio dei lavoratori stagionali, in trasferta o di primo ingresso, richiedendo una forte collaborazione del sistema imprenditoriale.
Per quanto riguarda la tutela legale, con la conclusione del progetto Common Ground a fine settembre, la continuità sarà ricercata attraverso il progetto Fami (finanziato e proposto dalla Prefettura) e la prossima partecipazione della Regione al progetto Common Ground 2 insieme ad altre quattro regioni, con l’aspettativa di finanziamento entro il 2026. È stato anche ricordato che la Giunta regionale ha recentemente approvato un nuovo piano di 8 milioni di euro per l’apprendimento della lingua italiana, cruciale per l’integrazione.
L’obiettivo condiviso è che questo modello, nato in un punto nevralgico e complesso come Portomaggiore, diventi “ripetibile” su scala più vasta, estendendo l’efficacia delle misure a tutti i territori regionali interessati dal fabbisogno di forza lavoro straniera. La lotta continua al caporalato è vista come la precondizione necessaria per raggiungere un livello di integrazione accettabile.