Attualità
6 Novembre 2025
I residenti denunciano il comportamento del Comune definendo "sacrosanto" il ricordo al Consiglio di Stato per Gaibanella senza però comprendere perché non sia stato fatto anche nel loro caso

Biometano. Villanova torna a chiedere trasparenza

di Redazione | 4 min

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Apprendiamo dal comunicato stampa del vicesindaco Balboni che l’amministrazione comunale fa ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar sulla vicenda dell’autorizzazione per la realizzazione a Gaibanella dell’impianto della società Biofè.

Si ripropone la stessa situazione già verificata a marzo, all’epoca del ricorso al Tar, e allo stesso modo anche ora i residenti di Villanova reagiscono con sconcerto, grande amarezza, e incredulità.

All’epoca fu il sindaco Alan Fabbri a dichiarare “le distanze minime tra gli impianti e le abitazioni non sono un fattore per noi opinabile, ma sono garanzia di qualità della vita dei cittadini che in quella frazione (Gaibanella) abitano.”

Oggi è il vicesindaco Balboni a ribadire che “le distanze minime fra impianti e abitazioni rappresentano un principio non negoziabile a tutela della qualità della vita dei cittadini” e che il Comune sta agendo nel rispetto delle norme e nell’interesse dei cittadini di Gaibanella.

Principi sacrosanti che dovrebbero valere per tutti i cittadini ma per la nostra amministrazione non è così evidentemente. Da qui il nostro sconcerto e l’incredulità rispetto a quanto dichiarato dall’amministrazione riguardo la situazione di Gaibanella.

È inutile dichiarare, come ha fatto il vicesindaco davanti ai residenti a Villanova, che “di questa centrale ne avremmo fatto tutti volentieri a meno” se poi non si tengono comportamenti coerenti e rispettosi del confronto e del coinvolgimento dei cittadini.

Ricordiamo che le distanze dalle abitazioni degli impianti biometano previsti a Villanova e Gaibanella sono identiche. Che anche per Villanova il Consiglio comunale aveva espresso parere negativo proprio sulla base dell’applicazione del Regolamento comunale, parere al quale non è stato dato nessun seguito ma che è stato solo motivo di rimpallo di responsabilità fra Comune e Arpae.

Ricordiamo che dopo l’autorizzazione alla realizzazione della centrale di Villanova, impianto fra i più grandi in Europa, nel novembre 2022 solo il 7 agosto di quest’anno il vicesindaco Balboni ha incontrato i residenti ed ha effettuato un sopralluogo in cantiere, del quale peraltro non si conoscono gli esiti.

Ricordiamo che già nel giorno dell’incontro a Villanova, e del sopralluogo, il Comune aveva approvato, con Procedura Abilitativa Semplificata come prevede ora la normativa, varianti al progetto confermando la percezione, e la forte preoccupazione da parte nostra, che fosse in corso la realizzazione di un impianto diverso da quello approvato da Arpae nel novembre 2022. Durante l’incontro le nostre preoccupazioni non erano state prese in considerazione o comunque minimizzate e da quella data non abbiamo avuto risposte alle nostre richieste e alle nostre segnalazioni se non attraverso la laboriosa e lunga procedura dell’accesso agli atti che è solo conoscitiva e non garantisce il necessario confronto.

È veramente incomprensibile a questo punto per noi, vista la titolarità della nuova autorizzazione, l’assoluta indisponibilità del Comune a dar seguito alle “promesse” di trasparenza delle informazioni e di controllo dei lavori a tutela dei residenti.

Le numerose sollecitazioni rivolte al vicesindaco sono cadute nel vuoto.

Non sappiamo quali conseguenze avranno sul nostro territorio le modifiche approvate, sia per la parte costruttiva che per il funzionamento successivo dell’impianto.

Non abbiamo più notizie della rilevazione della qualità dell’aria promessa dal vicesindaco Balboni da un anno e che doveva essere cosa fatta già nei mesi scorsi. Avere dati prima della messa in funzione dell’impianto era per noi rilevante per valutare gli effettivi livelli di inquinamento.

Non sappiamo se la nuova autorizzazione ha modificato la superficie delle opere di mitigazione che avevano assunto una valenza di grande rilievo per rendere il progetto “innovativo”. Sulla superficie complessiva di 13 ettari erano previsti 6,5 ettari di bosco planiziale. A questo punto non chiediamo più garanzie rispetto alla effettiva possibilità che un “bosco” possa mitigare gli impatti ambientali, condizione che avverrà obiettivamente fra decenni ma chiediamo se sono ancora rispettate queste proporzioni e a quanto corrisponde effettivamente l’area di mitigazione.

Non abbiamo avuto risposte riguardo le segnalazioni fatte ad agosto quando sono state portate migliaia di tonnellate di trinciato di mais nell’area del cantiere con i lavori ancora in corso e in assenza delle opere prescritte per la gestione del percolato che di fatto ha avuto problemi di contenimento.

Il cumulo di biomasse è ancora presente e visibile da grande distanza, in attesa dell’entrata in funzione dell’impianto che immaginiamo non a breve termine. Non conosciamo le misure adottate per evitare possibili rischi ambientali.

Non sappiamo come intenda muoversi l’amministrazione riguardo le opere di compensazione. Sulla base della Convenzione fra il Comune e la Società agricola Apis Fe1 dovrebbero essere già stati versati i 400.000 euro destinati a compensare appunto gli impatti negativi che l’impianto avrà sul nostro territorio ma nessun percorso di coinvolgimento della comunità di Villanova è stato ancora attivato.

La nuova autorizzazione rilasciata dal Comune dovrebbe essere a nostro avviso una occasione unica per l’Amministrazione comunale per sgombrare il campo da ogni scaricabarile di responsabilità, per avere un comportamento coerente e leale nei confronti dei cittadini di Villanova, e per garantire tutele adeguate.

Chiediamo con forza ancora una volta trasparenza nelle informazioni, confronto e coinvolgimento per rispetto nei confronti di noi cittadini e come strumenti indispensabili per affrontare le problematiche e gli impatti innegabili che la centrale biometano ha e avrà sulle persone e sul nostro territorio.

Gruppo NobiometaNo Villanova

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