L’intervento del sindaco di Ferrara Alan Fabbri sul fenomeno ‘maranza‘ e le parole sui ragazzi magrebini che “tendono a isolarsi, a fare branco, a rifiutare le regole e l’autorità” ha scatenato le reazioni delle opposizioni.
A cominciare dal Partito democratico che, attraverso i segretari provinciale e comunale Nicola Minarelli e Giada Zerbini afferma che “scaricare sulla questione dell’etnia l’incapacità della giunta di affrontare il disagio giovanile è la cosa più semplice e al tempo stesso la più sbagliata”.
“Non perché non ci siano ragazzi di origine straniera tra chi vive situazioni di difficoltà – chiariscono i dem -, ma perché è innegabile che ci siano altrettanti, se non di più, giovani italiani. Ignorare questo dato significa non capire la natura del problema”.
“Il disagio non ha passaporto – commentano Minarelli e Zerbini -: nasce dal vuoto educativo, dall’assenza di spazi, dalla mancanza di comunità. Affrontarlo davvero richiede un percorso complesso, che coinvolga la scuola, le famiglie, le associazioni e il territorio tutto. Ma per farlo serve visione, impegno e ascolto”.
“Per il consenso facile e due like in più, invece – aggiungono -, basta agitare lo spettro dell’insicurezza e dare la colpa a “qualcun altro”. Così si sposta l’attenzione, si semplifica, si divide. Ma non si risolve nulla”.
Anzi: “si indebolisce proprio quel tessuto sociale che potrebbe essere la risposta. Le associazioni rappresentano presìdi di inclusione e di prevenzione del disagio: spazi dove i ragazzi trovano opportunità, regole, rispetto e dialogo. Sottrarre loro spazi e sostegno significa rinunciare a una parte fondamentale della soluzione, per inseguire una narrazione comoda ma pericolosa”.
“Chi amministra – concludono – ha il dovere di costruire, non di scaricare responsabilità. Ferrara merita politiche vere, non slogan”.
“Sconcertante, ma purtroppo coerente” quanto detto da Fabbri secondo Fabio Anselmo: “le parole del sindaco della Lega seguono la solita linea del suo partito: individuare un nemico, ghettizzarlo, e costruire su di lui la propaganda della paura”.
“Questa volta – riflette il consigliere – il bersaglio sono i ragazzi di origine magrebina. Secondo il Sindaco, solo loro rifiuterebbero le regole e l’autorità, come se ci fosse nel DNA di un’intera comunità un problema di ordine pubblico. Un pensiero che si commenta da solo”.
Secondo Anselmo “Fabbri ignora, o finge di ignorare, quali siano le vere emergenze di Ferrara. Non la sicurezza “percepita” che tanto piace nei comizi, ma quella reale: l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, la desertificazione del credito, dove alle banche si sostituiscono gli usurai e la criminalità organizzata, lo sfruttamento del lavoro, i fenomeni di caporalato, le aziende pulite fuori e marce dentro. Su tutto questo, Fabbri tace”.
E intanto, “le associazioni che fanno integrazione vengono smantellate. A Ferrara, l’amministrazione comunale toglie le sedi a chi costruisce ponti, come l’associazione Cittadini del Mondo, che da anni aiuta anche “i giovani magrebini” a studiare, lavorare, vivere una vita dignitosa. Le si mette sulla strada, letteralmente”.
Così, facendo, per Anselmo, “si taglia la radice di ogni speranza di integrazione, e poi si accusa chi resta ai margini di essere “il problema”. È un copione che conosciamo bene. Si faceva lo stesso con quella definita mafia nigeriana: slogan, allarmi, comizi, e zero politiche vere. Ora si cambia bersaglio, ma la logica è la stessa: creare divisione per nascondere i fallimenti. L’integrazione sta procedendo al meglio? No. Ma smantellare le realtà che la aiutano, di certo non fa il bene di chi indica nemici ma non soluzioni”.
“Ferrara non ha bisogno di nuovi capri espiatori – chiosa Anselmo -. Ha bisogno di onestà, competenza e coraggio politico per affrontare i problemi veri, tra cui anche quelli come comunità di giovani che creano disagi, come accaduto recentemente in via Carlo Mayr. E di amministratori che smettano di usare il razzismo come tappeto sotto cui nascondere la polvere della propria incapacità”.
Avs e Possibile definiscono invece Fabbri un “bulletto” e bollano come razzista il suo linguaggio: “considerare un rischio per la sicurezza della città un intero gruppo etnico (i giovani di seconda generazione con genitori provenienti dal Nord Africa) in quanto tale è essere razzisti”.
“Parole da bullo – aggiungono -: chi non la pensa come lui va irriso e consegnato alla pubblica piazza social. Questo è il Sindaco di Ferrara che, ancora una volta, si comporta da bulletto, da chi, anziché preoccuparsi di rappresentare l’intera città disprezza l’opposizione (nel caso specifico la consigliera Marchi) e una parte della stessa comunità ferrarese”.
“Fabbri sostiene che tutti i giovani ferraresi di origine magrebina sono impermeabili al rispetto delle regole – proseguono -. Ma Fabbri non ha certo la statura per dare lezioni ad alcuno, purtroppo, fuori e dentro le istituzioni. Nel corso di una delle ultime sedute di Consiglio Comunale ha insultato la consigliera Anna Zonari e dimostrato, ancora una volta, di essere incapace anche solo di ascoltare chi non la pensa come lui; di avere, quanto meno, un serio problema di controllo. Un campione di democrazia e di rispetto”.
“I risultati di una politica – ragionano Avs e Possibile – che esclude anziché includere, che tenta di chiudere ogni luogo di ritrovo gratuito per i giovani, che considera tutto problema di ordine pubblico ed è culturalmente incapace di affrontarlo in altro modo, che si schiera costantemente per non dare la cittadinanza ai nuovi ferraresi, sono davanti agli occhi di tutti. I dati sulla criminalità resi noti in questi giorni, che attestano per la provincia di Ferrara – Comune capoluogo, Provincia, e numerosi altri Comuni governati da giunte di Destra, meglio ricordarlo – un peggioramento costante di quasi ogni reato sono lì a dimostrare il fallimento degli strumenti da bulli”.