di Emanuele Gessi
Con un salto temporale, Wu Ming 1 ha raccontato di essere arrivato a Porto Alegre, in Brasile, nel 2002 per presentare il libro, Q., che aveva scritto insieme al suo collettivo, e di aver trovato ad accoglierlo Rodrigo Nunes, ai tempi un giovane organizzatore del Forum Sociale Mondiale.
Lo scorso 29 ottobre, a Ferrara, i due autori si sono scambiati i ruoli, nella cornice della Sala della Musica, con Nunes che – oggi professore di teoria politica a Essex e Rio de Janeiro – ha parlato davanti a una platea numerosa del suo ultimo libro Né verticale né orizzontale (Edizioni Alegre, 2025) dialogando insieme allo stesso Wu Ming 1, Michele Nani, ricercatore in storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e Marcella Ravaglia, attivista de La Comune di Ferrara.
“È essenziale rifondare il concetto stesso di leadership”, ha affermato Nunes. “Un’ecologia sana permette a essa di muoversi liberamente, di essere condivisa in maniera diffusa e non confinata in nicchie ristrette”. Tra le proposte, quella di considerare la leadership come una funzione – e non come una posizione da ricoprire – che dev’essere interpretata in maniera innovativa e opportunista, intendendo quest’ultima come la capacità di identificare ciò che di socialmente rilevante viene trascurato dalle forze politiche consolidate. In che modo? “Abbracciando l’avanguardia come un esercizio di sperimentazione”, ovvero dandosi i mezzi per scoprire empiricamente quali metodi e intuizioni funzionino meglio.
“Offrire una terapia per superare i traumi dell’organizzazione”, questa secondo Wu Ming 1 è una delle chiavi di lettura del saggio. Nunes vorrebbe così lenire sia quelli novecenteschi, causati dal verticalismo del socialismo reale, sia “le macerie psichiche” prodotte dall’orizzontalismo dei movimenti del XXI secolo che, fra alti e bassi ciclici e violenti, non sono riusciti a sedimentare nonostante le aspettative.
Parlando del secolo scorso, sul falso mito del movimento operaio monolitico è intervenuto Nani: “Non era composto, come oggi si tende a pensare, dai soli operai della fabbrica”, ha detto. “La lega bracciantile della Bassa ferrarese era più complicata di così, al suo interno le anime erano molteplici. La sua anima assomigliava maggiormente all’ecologia di cui parla Nunes”, ovvero di una modalità organizzativa capacità di integrare la pluralità.
L’organizzazione dell’evento è stata promossa da La Comune di Ferrara, la lista civica rappresentata in consiglio comunale da Anna Zonari. Ravaglia ha colto nelle idee evocate dal saggio dei punti di contatto con l’esperienza locale del movimento. “I nostri valori di riferimento sono quelli della responsabilità diffusa, dell’empirismo e dell’energia che le persone mettono in campo come strumento in grado di cambiare i processi”.
L’attivista ha quindi ripercorso il cammino fatto. “Ci siamo formati nel 2023. Mancava un anno alle amministrative e ritenevamo che l’emergenza climatica non fosse sufficientemente presa in considerazione dalle altre forze politiche cittadine. Oggi, dopo un anno e mezzo dalle elezioni, il nostro lavoro continua a essere indirizzato all’azione collettiva e alla costruzione di relazioni in un’ottica di ecologia organizzativa”.
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