Giovedì 30 ottobre 2025 a Ferrara Carlo Cracco ha indossato i panni di Cristoforo da Messisbugo e cinque secoli sono evaporati come la nebbiolina che saliva nel centro storico dopo la pioggia.
“La Cena di Gala degli Este, il Gran Banchetto rinascimentale” ha chiuso la rassegna “Festina Lente”, il progetto finanziato dal Ministero del Turismo, volto alla valorizzazione dei comuni a vocazione turistico-culturale nei cui territori siano ubicati siti riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e dei comuni appartenenti alla rete delle città creative dell’UNESCO. Per il territorio ferrarese il finanziamento è stato concesso al sito Uneso “Ferrara città del Rinascimento e il suo Delta del Po”, nello specifico ai Comuni di Ferrara, Comacchio e Ostellato.
La serata è iniziata nel cortile del castello, sotto il portico, con gli antipasti al vassoio. L’Araldo della Fondazione Palio Città di Ferrara ha aperto con solennità. Poi il benvenuto di Cracco che poi si è reso disponibile per foto e selfie.
I cento commensali (che avevano prenotato la cena andata sold out in 60 ore) sono stati accompagnati lungo via Coperta fino al Salone di rappresentanza della Residenza Municipale. Lì ad attenderli tre lunghi tavoli battezzati Lucrezia, Ercole e Messisbugo, agghindati secondo lo stile rinascimentale da una flower artist: un tripudio di cosmee, ortensie, zinnie, dalie. E poi mandarini, cachi, melograni, come se la natura stessa avesse voluto partecipare al banchetto.
Matteo Fornasini, assessore al turismo del Comune di Ferrara, e Massimiliano Urbinati, presidente della Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara, hanno dato il benvenuto istituzionale.
Sella di Coniglio farcita, arancia e uvetta, il Pasticcio d’onore, il cuore pulsante del banchetto, il Luccio in crosta alla cannella. «Nel Rinascimento la cannella non era relegata ai dolci come oggi. – ha insegnato lo chef – Era una spezia nobile che esaltava il pesce, creava ponti di sapore inaspettati». L’assenza di confini rigidi, la libertà di sperimentare. E infine la Torta di riso, dolce e insieme riccamente complessa. Per concludere caffè e piccola pasticceria serviti nel salone degli Arazzi.
«Quando mi hanno proposto di vestire i panni di Messisbugo, la prima cosa che ho fatto è stata aprire i suoi ‘Banchetti’ del 1549. – ha raccontato Cracco – E lì ho capito che non dovevo semplicemente cucinare piatti antichi, ma raccontare un’epoca attraverso i sapori che l’hanno definita».
Chef, personale di sala, sommelier con il supporto anche degli insegnanti e studenti dell’Istituto alberghiero Vergani hanno dato vita a un servizio di sala impeccabile. Tra un piatto e l’altro si sono tenute brevi danze rinascimentali curate dalla Fondazione Palio città di Ferrara, partner dell’vento.
L’evento è stato reso possibile anche grazie agli sponsor Grandi Riso, Torrefazione La Brasiliana e Audi Grand Prix. Ma soprattutto per il magistrale lavoro organizzativo e di regia della Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara che in collaborazione con il Comune ha trasformato i trent’anni del riconoscimento UNESCO di Ferrara in qualcosa di più di una celebrazione: in un ponte tra due epoche.
«Ho scelto questo menu perché ogni piatto è un dialogo», ha concluso Cracco. «Un dialogo tra passato e presente, tra il territorio e il mondo, tra la semplicità degli ingredienti e la complessità della loro trasformazione. Messisbugo faceva esattamente questo: prendeva ciò che la terra di Ferrara offriva e lo trasformava in arte. Io, cinque secoli dopo, provo a fare lo stesso».
Grande soddisfazione per il Comune di Ferrara: «Progetti di questo calibro rappresentano l’essenza del turismo che vogliamo promuovere: un turismo capace di unire cultura, storia e gastronomia in un’esperienza autentica e di alto livello. – Dichiara Matteo Fornasini, assessore al Turismo del Comune di Ferrara – La presenza di Carlo Cracco, chef di fama internazionale, ha aggiunto un valore straordinario a questo evento, che è stato un vero viaggio nel tempo, un omaggio alla tradizione estense e ai suoi sapori. Un valore ancora più forte se inserito nel contesto delle celebrazioni cittadine per il trentennale del riconoscimento di Ferrara come Patrimonio Mondiale UNESCO. La nostra volontà è raccontare al mondo una città che sa riscoprire le proprie radici e trasformarle in esperienze uniche, capaci di attrarre visitatori e valorizzare il nostro territorio. Grazie a tutti quelli che collaborato alla buona riuscita dell’evento».
Dietro ogni dettaglio c’era la cura certosina del team dell’Associazione Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara: Silvia Bozzato, Luca Deserti e Martina Guizzardi, professionisti che sanno che gli eventi non si improvvisano, si costruiscono. Dall’effigie di Festina Lente in cera lacca sulle buste di invito agli omaggi finali riservati ai partecipanti.
«Con “La Cena di Gala degli Este” abbiamo riportiamo a nuova vita lo splendore conviviale che rese Ferrara capitale del gusto nel Rinascimento. – ha commentato Massimiliano Urbinati, presidente dell’Associazione Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara – A trent’anni dal riconoscimento UNESCO, la nostra città si conferma laboratorio d’avanguardia: grazie al genio di Carlo Cracco, abbiamo riletto il banchetto pensato da Cristoforo da Messisbugo prima che le spezie del Nuovo Mondo mutassero per sempre la tavola europea. Grazie a “Festina Lente” Ferrara diventa crocevia di Saperi e di Sapori: un viaggio sensoriale che restituisce alla nostra provincia la centralità che le compete nella mappa del turismo culturale internazionale».
Infine una sorpresa: Maria Chiara Paolini, originaria di Ferrara e responsabile eventi dello Chef Cracco, venticinque anni appena, ma già si muove in un ambiente prettamente maschile con disinvoltura e determinazione. «Sono l’ombra dello chef. – ha detto con un sorriso – Lo seguo ovunque». È stata una gioia per me tornare a Ferrara e riscoprire il mio mondo anche attraverso gli ex insegnanti dell’Istituto alberghiero. Com’è lavorare con lo chef Cracco? Impagabile. È davvero l’incarnazione delle parole di Gualtiero Marchesi, che è stato per lui il suo mentore: dare l’esempio è la migliore forma di insegnamento. E lui lo mette in pratica ogni giorno».
A fine serata i commenti parlavano di meraviglia, di impeccabilità, di pura eleganza. Ma la vera meraviglia era anche scoprire che il tempo, quando lo vuoi davvero, può diventare un cerchio da vivere “affrettandosi lentamente” (Festina Lente).
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