Ferrara celebra il campione di canottaggio Rambaldi
Si legge nella targa consegnata: "All’atleta Luca Rambaldi, con immenso orgoglio il prefetto e il sindaco di Ferrara si congratulano per i successi raggiunti nella brillante carriera sportiva"
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La Procura di Ferrara ha chiuso le indagini per il caso dei macachi detenuti dall’Università. Il pm Andrea Maggioni ha inviato la busta verde al professor Luciano Fadiga, ordinario di Fisiologia umana, ala rettrice Laura Ramacciotti e al responsabile del benessere animale Ludovico Scenna.
Tutti e tre sono indagati, in concorso, per l’uccisione del macaco Orazio, sottoposto a eutanasia “senza necessità e/o con crudeltà”, in particolare senza rispettare il protocollo indicato nell’autorizzazione del Ministero della Salute che prescriveva l’iniziale sedazione profonda e provocando inutile sofferenza all’animale.
Ancora, viene contestato il delitto di maltrattamento dei macachi Clarabella, Archimede, Eddi, Cleopatra e Cesare, detenuti dall’Università, secondo l’accusa, “in assenza di qualsivoglia esecuzione di un programma di sperimentazione scientifica previamente autorizzata” e “in condizioni incompatibili con la loro natura”.
Gli animali sarebbero stati sottoposti “a comportamenti e o a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, in particolare, costringendoli a dormire e a deambulare su un generico graticcio di metallo, in uno spazio inidoneo alla semplice deambulazione, in gabbie con ambiente insufficientemente arricchito, senza periodici controlli sanitari e sorveglianza microbiologica, in relativo isolamento, e comunque detenendoli in modo da provocarne stress.
Le associazioni animaliste Leal, Leidaa e Oipa affermano che seguiranno l’iter procedurale per poter intervenire come parte civile e supportare la pubblica accusa “al fine di ottenere giustizia per i macachi che, allo stato attuale, per quanto noto, sono ospitati presso un’associazione in Spagna ma per i quali, nonostante molteplici richieste di aggiornamento, non si è avuto alcun riscontro”.
La difesa di Unife, sostenuta dall’avvocato Marco Linguerri si dice “particolarmente perplessa” nel “leggere un avviso di conclusione indagini in cui i capi di imputazione sono esattamente gli stessi che sono già stati esaminati e ritenuti infondati da ben tre giudici della fase cautelare, ivi compresa la Suprema Corte di Cassazione”.
Linguerri ricorda che il Gip del Tribunale di Ferrara lo scorso 22 maggio, nel respingere la richiesta di sequestro preventivo dei cinque esemplari di Macaca Fascicularis, si è espresso affermando che “nonostante le indagini protratte per quasi quattro anni, il quadro indiziario in ordine ai reati di cui ai capi di incolpazione provvisoria è tutt’ora contraddittorio” ed ancora che “non risulta esservi alcuna violazione in caso di mancato svolgimento della sperimentazione” per poi concludere che il “sopralluogo effettuato dall’Asl di Ferrara l’11 dicembre 2024 presso lo stabulario , avente ad oggetto anche il benessere degli animali destinati a fini scientifici, ne attestava la conformitàrispetto al d.lgs 26/2024” e che “le ispezioni / sopralluoghi degli organi competenti si erano sempre conclusi senza rilievi”.
Ed ancora, a poco più di un mese di distanza, il 26 giugno scorso, anche il Tribunale di Ferrara ha respinto l’appello proposto dal pm, confermando l’assenza di qualsiasi violazione in capo alle persone ancora oggi sottoposte ad indagini e affermando che “il Tribunale ritiene … che gli atti dimostrino un’assenza del predetto elemento soggettivo, considerando, appunto, la condotta tenuta dagli imputati nel corso del tempo, non ostativa ad una eventuale attività di controllo ed ispezione ed, anzi, finalizzata, comunque, a garantire il benessere degli animali”.
Da ultimo, ricorda il legale, è di pochi giorni fa la decisione della Suprema Corte di Cassazione che “ha dichiarato addirittura inammissibile il ricorso presentato dalla Procura di Ferrara avverso il provvedimento di rigetto emesso dal Tribunale”.
“Ebbene, alla luce di queste macroscopiche evidenze – conclude Linguerri -, che non mancheremo di sottoporre nuovamente all’attenzione della Procura, auspichiamo una presa d’atto che porti, in tempi brevi, alla chiusura di questa annosa indagine con una richiesta di archiviazione”.
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