“Abbiamo esaminato il Documento Programmatico di Finanza Pubblica 2025 — spiega Marco Mattarelli, Presidente del Comitato Verso Italexit — da cui deriva la Legge Finanziaria 2026, una manovra da poco più di 18 miliardi di euro: la più ridotta degli ultimi dodici anni. Solo il governo Letta fece meno, con una legge da 14,7 miliardi”.
Secondo Matelli “la Ue ha vinto” mentre “il governo Meloni costretto ad una finanziaria 2026 di austerità continua l’impronta Draghi” così “la pacchia è finita” ma solo “per l’Italia, non per la Ue”.
Secondo Mattarelli, il ritorno del deficit intorno al 3%, in linea con i parametri di Maastricht, e il saldo primario finalmente positivo non sono per forza segnali di salute. “La manovra andrà in Parlamento, ma difficilmente vedremo modifiche sostanziali — spiega — perché la politica italiana, tutta, è ormai genuflessa al sistema finanziario internazionale o ne è diretta espressione. La cessione della sovranità monetaria alla Bce e l’adozione di una moneta artificiale hanno impoverito il Paese e reso sudditi i cittadini. Senza moneta sovrana non può esistere alcuna politica economica, né tantomeno libertà”.
Sostiene che gli interessi sul debito, infatti, sono destinati a crescere dai 91,7 miliardi previsti per il 2026 fino ai 104,5 miliardi nel 2028, arrivando a pesare per il 4,3% del Pil, “una cifra quasi paragonabile — osserva Mattarelli — al costo del Servizio Sanitario Nazionale, che incide per il 6,4%”.
“Il pagamento degli interessi — continua — fa sì che il deficit effettivo nel 2026 salga a 63 miliardi, nuovo debito che si aggiunge ai già oltre 3.000 miliardi in essere”.
“La pressione fiscale complessiva resta ferma al 42,7%, nonostante qualche timido segnale di riduzione delle imposte” venga giudicato da Mattarelli “un intervento spot, privo di respiro strutturale”.
“Il potere d’acquisto reale del 99% della popolazione non aumenta, anzi si riduce sensibilmente — denuncia — a causa di un’inflazione che il cosiddetto ‘miracoloso sistema euro’ non ha saputo né prevenire né neutralizzare”.
“La crescita del Pil – prosegue – si ferma a uno 0,5%, con una previsione nominale di 2.322 miliardi, mentre il debito pubblico sale a 3.077 miliardi e potrebbe raggiungere i 3.270 miliardi nel 2028”.
Nonostante ciò, “si aderisce al folle progetto di riarmo europeo da 6.800 miliardi in dieci anni, un piano assurdo, ridicolo se non fosse tragicamente reale”.
Secondo il presidente di Verso Italexit, la manovra “tenta di finanziare una modestissima riduzione delle tasse ai più poveri chiedendo carità al sistema bancario, che grazie alla Bce ha raddoppiato i margini d’interesse e gonfiato i profitti sui servizi finanziari venduti allo sportello”.
			 
				
				
				
				
				Grazie per aver letto questo articolo...
				Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
 
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com