Mesola
30 Ottobre 2025
Il segretario: "Pro Gest ha abdicato ad una responsabilità sociale che oggi grava pesantemente sul territorio. Non soltanto sul piano occupazionale"

Cartiera Mesola. Artosi (Slc Cgil): “Responsabilità nel comportamento del Gruppo”

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Cartiera Mesola. Insieme per crescere: “Sconcertati dal Comune”

"Oggi siamo non solo arrabbiati, ma anche sconcertati dalla laconicità del comunicato dell’amministrazione comunale di Mesola che si dice dispiaciuta della chiusura definitiva e solidale con i lavoratori, senza aver mosso un dito per quello che stava accadendo". A usare queste dure parole contro l'amministrazione di Mesola è il gruppo consiliare Insieme per crescere

Un “percorso drammatico” quello che porterà alla chiusura, al termine del 2025, della cartiera di Mesola. A definirlo così è il segretario provinciale della Slc Cgil Fabio Artosi. “È stato chiaro fin dall’incontro tenutosi nel mese di luglio alla sede del Ministero (Mimit) a Roma”.

Proprio in quella sede “il funzionario del ministero aveva concesso ed anche ammonito i rappresentanti del Gruppo Pro-Gest affinché nei 6 mesi ulteriori di proroga producessero elementi concreti per ritenere confacente alla realtà la ricomposizione e riduzione del debito del gruppo”.

Ed è stato proprio a Roma, racconta, “che per la prima volta, malgrado da parte sindacale si denunciasse da tempo questa situazione, c’è stata ammissione da parte dell’azienda del trasferimento dei quantitativi solitamente prodotti a Mesola, presso la cartiera di Mantova”.

Quest’ultimo rimane, spiega Artosi, un “asset strategico sul mercato che rientra tra le dismissioni previste per la riduzione del debito complessivo”.

Del quadro “la politica, istituzioni locali, regionali erano informati ed aggiornati sui percorsi che stavano avanzando”.

Il precipitare della situazione sarebbe però arrivato “quando nel mese di ottobre il gruppo Pro-Gest ha comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà di aprire la procedura di licenziamento collettivo manifestando la volontà assoluta di non riaprire il sito di Mesola”. Questa si sarebbe “ulteriormente aggravata quando durante l’esame congiunto ha comunicato di voler chiudere le procedure ancor prima della scadenza dei termini previsti minacciando il trasferimento collettivo in altre sedi aziendali fuori regione”.

“È in questo contesto – dice Artosi – che si è deciso, in assemblea molto sofferta dei dipendenti, di provare a limitare il danno sottoscrivendo un accordo che potesse garantire un minimo ristoro ai lavoratori. Mancando la possibilità di trasferire la discussione in altra sede, istituzionale, è vanificata l’opportunità di usufruire della disponibilità manifestata dalle istituzioni (regionali e locali) di intervenire nel percorso qualora l’iter previsto dalla legislazione avesse fatto il proprio corso. Questa è l’evoluzione di questa sofferta vertenza”.

Il segretario Slc non vuole “entrate nel merito di diatribe politiche che urlate sulla stampa locale hanno un senso se, come risultato finale, portano ad atti concreti”. Crede invece “sia doveroso da parte di tutti, mantenere la discussione nel merito, nel rispetto della sofferenza emotiva, economica e di prospettiva dei lavoratori che a fine anno dovranno reinventarsi in nuovi percorsi, dopo aver trascorso buona parte della propria vita lavorativa varcando i cancelli della cartiera”.

“Se si vogliono forzatamente individuare responsabilità – attacca la proprietà -, si devono ricercare nel comportamento di un gruppo industriale che negli anni ha applicato alle proprie politiche industriali concetti di ‘finanza creativa’ con il risultato che possiamo tutti quanti riscontrare, abdicando ad una responsabilità sociale che oggi grava pesantemente sul territorio. Non soltanto sul piano occupazionale”.

Fa sapere che il prossimo 6 novembre l’agenzia regionale per il lavoro, attraverso il centro per l’impiego di Codigoro, ha predisposto un incontro presso la sala Civica di Mesola convocando i 18 lavoratori attualmente in cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre.

“Alla politica – conclude – lasciamo il compito che le compete: creare le condizioni che possano portare elementi per rendere appetibile un territorio e si creino opportunità per attrarre insediamenti produttivi che diano risposte occupazionali stabili, che si inverta quel percorso di desertificazione che l’intera area sta subendo”.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com