Fausto Gianella (FdI): “Idrovia, bocciata dalle clausole valutative”
Il consigliere regionale interviene dopo la Commissione III-Territorio: "Fallimento di un progetto che non continua a dare frutti. È il momento di cambiare rotta"
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Tra settembre e ottobre, stando a quanto previsto dalla campagna europea denominata Roadpol, la Polizia Stradale ha intensificato nei mesi di settembre e ottobre i servizi di contrasto alla guida con cellulare e al mancato uso delle cinture di sicurezza
"Ferrara, fra tutti i comuni emiliano-romagnoli, è il capoluogo che ha maggiormente migliorato nel 24-25 l’indicatore Desier nella sua categoria, che misura le azioni in ambito di alfabetizzazione digitale rivolte ai cittadini". Con queste motivazioni la città estense ha ricevuto oggi a Bologna un riconoscimento nell'ambito del premio regionale Agenda Digitale 2025
Un'intesa innovativa per rafforzare la sicurezza e la legalità sul territorio ferrarese: è stato firmato l'accordo di collaborazione tra la Prefettura di Ferrara, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara e l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia (Anfi)
Massimiliano Latorre, uno dei due fucilieri della Marina Militare italiana, coinvolti nella vicenda del 2012 in cui morirono due pescatori indiani, che oggi abita a Ferrara, ha presentato una denuncia-querela nei confronti del giornalista Marco Travaglio.
A renderlo noto sono gli avvocati ferraresi Alberto Balboni e Andrea Ferrari, rispettivamente senatore e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che assistono l’ex militare.
La querela trae origine dall’editoriale pubblicato il 30 settembre scorso sul quotidiano Il Fatto – Quotidiano, dal titolo “Che bell’alleato”, in cui il giornalista aveva scritto che “nel 2012 una petroliera italiana fu incredibilmente scortata a 20 miglia dalla costa indiana da fucilieri della nostra Marina militare, due dei quali uccisero due pescatori scambiandoli per pirati: i due famosi marò che molti politici, fra cui la Meloni, pretesero di sottrarre alla giustizia indiana”.
“L’espressione ‘due famosi marò’ non si riferisce a due membri qualunque del Team Sicurezza presente sulla petroliera italiana nel frangente in cui morirono i due pescatori indiani, bensì a Latorre Massimiliano e Girone Salvatore dei quali a lungo si occuparono tutti i media italiani” spiegano Balboni e Ferrari.
“Tale affermazione, successivamente ripresa dallo stesso Travaglio nel corso della trasmissione televisiva “Accordi e Disaccordi” andata in onda su Canale 9, è stata ritenuta dal signor Latorre gravemente diffamatoria e contraria al vero, in quanto in palese contrasto con il decreto di archiviazione emesso dal gip del Tribunale di Roma in data 27 gennaio 2022, provvedimento che ha definitivamente posto fine alla vicenda giudiziaria” aggiungono i due avvocati ferraresi.
Che specificano: “Nel suddetto decreto, infatti, il giudice per le indagini preliminari ha escluso ogni accertamento giudiziario circa l’effettivo autore dei colpi risultati letali, ha riconosciuto che, in ogni caso, i due militari si sarebbero trovati in una situazione di legittima difesa, almeno putativa, e ha rilevato che, anche nell’ipotesi di un eccesso colposo nell’esercizio della scriminante, il relativo reato (omicidio colposo) sarebbe comunque prescritto. Ciò che ancor più rileva è che il gip ha messo in evidenza come la perizia balistica disposta dalle Autorità indiane ha accertato che i proiettili letali non provenivano dalle armi in dotazione ai due Fucilieri di Marina, bensì da fucili appartenenti ad altri membri del team di sicurezza imbarcato sulla nave Enrica Lexie”.
“Ovviamente, ogni ulteriore accertamento giudiziario su tale circostanza, secondo il gip, sarebbe inutile in quanto l’autore o gli autori non sono più perseguibili, essendo come detto il reato eventualmente ipotizzabile (omicidio colposo) prescritto” affermano i legali, affermando che “alla luce di tali risultante”, “l’affermazione del giornalista – che attribuisce ai “due famosi marò” la responsabilità diretta dell’uccisione dei pescatori – risulta priva di fondamento e oggettivamente lesiva dell’onore e della reputazione del signor Latorre”.
Balboni e Ferrari concludono: “Con la detta denuncia-querela, il signor Massimiliano Latorre intende quindi tutelare la propria reputazione e immagine pubblica e ristabilire la verità dei fatti, chiedendo che l’Autorità Giudiziaria accerti ogni eventuale responsabilità penale derivante dalle dichiarazioni e pubblicazioni sopra richiamate”.
I difensori nell’atto depositato presso i carabinieri di Ferrara (luogo di residenza dell’ex militare) hanno inoltre evidenziato che la pubblicazione dell’articolo e la successiva diffusione televisiva costituiscono un grave danno morale, reputazionale e patrimoniale a carico del loro assistito, anche in considerazione della particolare eco mediatica che la vicenda continua a suscitare.
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