di Emanuele Gessi
Ancora di violenza del linguaggio, prevaricazioni e dell’urgenza di un cambio di passo nel modo di esprimersi all’interno del Consiglio comunale ferrarese si è discusso durante la seduta del 27 ottobre.
La mozione, che ha dato il via al dibattito, è stata presentata da Francesco Rendine. Il capogruppo della civica Fabbri ha condannato il comportamento della consigliera Marzia Marchi (M5S), in quanto avrebbe “utilizzato l’espressione ‘fascista’ in modo offensivo e ingiustificato nei confronti di altri membri del Consiglio Comunale”.
Il testo è stato approvato con 18 voti favorevoli della maggioranza, il non voto del Partito Democratico e della Lista Anselmo e la contrarietà del Movimento 5 Stelle. È stato respinto, invece, l’emendamento proposto da Fabio Anselmo (consigliere della omonima civica), in cui si chiedeva che la stessa censura si operasse anche nei confronti delle parole del sindaco Alan Fabbri.
La mozione di Rendine ha preso le mosse da quanto accaduto nel consiglio comunale del 13 ottobre, a cui risalgono due momenti decisivi per la discussione.
Il primo è il paragone con cui Marchi aveva accostato la postura con le mani sui fianchi che Brando Sarto (consigliere civica Fabbri) aveva durante il suo intervento in aula a quella storicamente assunta da Benito Mussolini.
Il secondo riguarda l’ordine del giorno – per la pace e il boicottaggio dell’economia del genocidio – presentato da Anna Zonari (consigliera della civica La Comune) e a cui Fabbri aveva reagito, inizialmente, definendolo “anacronistico e fuori dal tempo”, poi nell’abbandonare con stizza l’aula pronunciando quello che i consiglieri di opposizione avevano denunciato essere un insulto diretto a alla consigliera civica, ovvero “comunista di me**a”.
Ieri, in aula, l’assessora Francesca Savini ha sminuito il valore delle argomentazioni portate dalle forze di opposizione: “Basta voli pindarici – ha affermato – o parlare del nulla. Torniamo a occuparci di Ferrara”.
Mentre il vicesindaco Alessandro Balboni ha definito “lunare” il confronto e aggiunto: “Patetico accusare Sarto di essere fascista per la sua postura. Questo genere di accuse vorrebbe essere un collante per una opposizione che invece è divisa nei contenuti. Si abbia l’onestà di riconoscere che gli atteggiamenti anti-democratici e violenti spesso vengono da piazze che sventolano bandiere rosse e li si condanni senza timidezza”.
Anselmo si è detto estremamente soddisfatto, e sorpreso, “visto quanto espresso da esponenti nazionali della stessa maggioranza che governa la città, che in questo consiglio tutti si dichiarino contrari al fascismo”.
Proprio per questo risulterebbe difficile “fare finta di niente di fronte alla maleducazione del sindaco, quale massima autorità del comune. Quello che stava dicendo Zonari meritava rispetto e tutela”.
Marchi ha rivendicato le sue esternazioni e citando la Costituzione ha detto: “Non è accettabile chiedere di censurare la parola fascista e allo stesso tempo tollerare atteggiamenti volgari e sessisti. Io non ho dato del fascista a nessuna persona qui dentro, ma ho denunciato dei comportamenti con caratteri fascisti”.
Sempre dai banchi della minoranza, Arianna Poli (consigliera della civica Anselmo) ha denunciato che “il clima in Consiglio comunale è andato via via peggiorando, non per un singolo episodio ma per ripetute provocazioni, derisioni e mancato ascolto” e Anna Chiappini (del Pd), commentando le parole che il sindaco aveva rivolto a Zonari, ha rilevato “un atteggiamento inquisitorio e impositivo su quello che la consigliera avrebbe dovuto dire nell’esercizio delle sue facoltà di espressione”.
Dal lato della maggioranza, Eleonora Costa (consigliera della civica Fabbri), ha dichiarato che il paragone fatto da Marchi ai danni di Sarto “è offensivo” e che si tratterebbe di “un atteggiamento figlio di quell’ideologia che contesta”.
“Marchi ha superato il limite”, il commento di Stefano Perelli (della Lega). Per Andrea Ferrari (Fratelli d’Italia) “non si può trasformare il diritto di parola in libertà di insultare l’avversario politico” e Francesco Levato (Forza Italia) ha auspicato che la mozione approvata “rappresenti un nuovo inizio, fatto di rispetto di tutti e toni più propositivi”.
Al termine della discussione Pd e Lista Anselmo – di fronte alla bocciatura da parte della maggioranza dell’emendamento della civica che chiedeva di condannare “ogni comportamento che si riveli offensivo ed ingiustificato nei confronti dei componenti del Consiglio Comunale” – hanno scelto di non votare e la mozione è stata approvata con i soli voti della maggioranza e la contrarietà del M5S.
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