Come cambia l’economia globale tra nuove forme di commercio, politiche protezionistiche e sfide per la competitività dei territori? A questa domanda ha provato a rispondere Carlo Stagnaro, direttore scientifico dell’Istituto Bruno Leoni, ospite della Scuola di sviluppo territoriale per la lezione aperta al pubblico tenutasi il 24 ottobre nella sala dell’Arengo del Comune di Ferrara.
L’incontro si è aperto con i saluti dell’assessore alla Pubblica Istruzione Chiara Scaramagli e del presidente di Confagricoltura Ferrara, Francesco Manca.
Nel suo intervento, Stagnaro ha guidato gli studenti in un percorso tra teoria economica e dinamiche dei mercati internazionali. Per introdurre il concetto di specializzazione produttiva, ha scelto un punto di partenza letterario: Robinson Crusoe di Daniel Defoe. «La vita del naufrago migliora dopo l’incontro con Venerdì: ciascuno sa fare cose diverse, e grazie alla collaborazione entrambi prosperano», ha spiegato. «Così funziona anche il commercio internazionale: ogni Paese si specializza in ciò che produce meglio, e dallo scambio reciproco nasce la crescita comune».
Da qui l’analisi si è spostata sugli equilibri geopolitici e commerciali. Le recenti politiche protezionistiche statunitensi, ha osservato Stagnaro, mettono in discussione il principio di interdipendenza economica che ha sostenuto la crescita mondiale negli ultimi decenni.
L’Europa, dopo anni di rallentamento, tenta oggi di riaprirsi al commercio, come dimostra il nuovo accordo con il Mercosur. Tuttavia, questi mercati pongono sfide legate agli standard produttivi e alla concorrenza sui prezzi.
Secondo Stagnaro, gli accordi commerciali internazionali servono proprio a regolare tali equilibri, fissando criteri etici, sanitari e produttivi condivisi. «Chi importa non fa un favore a chi esporta: il favore è reciproco. Gli accordi servono a garantire condizioni eque, non a proteggere chi produce peggio». Richiamando Adam Smith, l’economista ha ricordato che «non è dalla generosità altrui che ci aspettiamo un prodotto migliore, ma dall’interesse di chi vende nell’offrire qualità». La cooperazione, dunque, non è un atto di benevolenza, ma una forma di convenienza reciproca.
Nella parte finale, Stagnaro ha affrontato il rapporto tra legge di bilancio, autonomie locali e sviluppo economico. Il bilancio, ha spiegato, «non è solo un documento contabile, ma una scelta politica: definisce da dove arrivano le risorse – debito o tassazione – e chi deve sostenerle. Riflettendo sul ruolo dello Stato, Stagnaro ha distinto gli ambiti in cui l’intervento pubblico è necessario – come l’istruzione – e quelli in cui il mercato deve prevalere.
Una lezione che ha intrecciato teoria e attualità, offrendo agli studenti una chiave di lettura concreta sui meccanismi dell’economia globale e su come le grandi scelte politiche si riflettano nei processi di crescita e sviluppo dei territori.
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