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27 Ottobre 2025

Disabilità, occupazione e barriere architettoniche: a che punto siamo?

di Redazione | 3 min

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Parlare di disabilità non è mai semplice, eppure è necessario, vista l’alta percentuale di persone nel Belpaese con difficoltà motorie (e non solo), soprattutto nella fascia anziana della popolazione: quella più fragile. C’è però un dato che interessa quanti sono ancora in un’età in cui possono, o meglio, dovrebbero, lavorare: qualcosa che è prima di tutto un diritto.

Secondo quanto reso noto da Avvenire, che cita a sua volta un’indagine Istat, circa il 32,5% della fascia di persone con disabilità con età tra i 15 e i 64 anni attualmente non risulta occupata: una media decisamente bassa se equiparata a quella del target restante non affetto da disabilità. Tutto questo nonostante le imprese italiane siano tenute ad assumere per legge un certo numero di persone con disabilità: una ogni quindici dipendenti, che salgono a due ogni 35 dipendenti e al 7% se i dipendenti sono più di 50.

In una città dinamica e con una cultura inclusiva di per sé radicata nel DNA come Bologna, ciò si traduce in un’esigenza concreta anche a livello edile: quella di adeguare gli spazi per contrastare la presenza delle barriere architettoniche.

Un bisogno che riguarda persino i privati, dal momento che buona parte delle abitazioni sono di vecchia costruzione e dunque poco idonee ai soggetti con disabilità. Una misura semplice ed efficace c’è, per ovviare a questo problema: installare un montascale a Bologna è più facile che in passato se si sa a chi rivolgersi e permette di ovviare a tale problema influendo positivamente sulla qualità della vita.

Perché tante persone con disabilità rimangono escluse dal mondo del lavoro

Le ragioni per cui molte persone con disabilità risultano ancora escluse dal mondo del lavoro sono diverse. C’è da dire che lo stimolo del legislatore è stato forte, da quando è stata varata la legge n. 68/1999 insieme alla conseguente istituzione del collocamento mirato: prima, i numeri erano decisamente più bassi di quelli odierni.

L’ostacolo principale sembra essere uno sguardo miope dal punto di vista manageriale verso le potenzialità che denotano i soggetti con disabilità: ci sono pregiudizi, e non di rado poca oggettività, persino timori verso qualcosa che, sovente, si conosce poco.

C’è poi da dire che in molti casi il percorso di istruzione delle persone con disabilità si ferma alla scuola media; raramente si prosegue con un diploma e ancora meno con una laurea, con un’ulteriore preclusione verso diverse opportunità, in particolare per quanto riguarda i lavori del Terzo Settore.

I motivi sono diversi, e anche la presenza di edifici e ambienti di smart working non adeguati aiuta poco. Occorre lavorare a 360°, perché gli strumenti legislativi oggi ci sono.

Perché partire dalle barriere architettoniche può essere importante

Premesso che gli uffici per il collocamento mirato sono particolarmente attivi in Emilia-Romagna, l’abbattimento delle barriere architettoniche è una questione che non andrebbe posta in secondo piano, anche in chiave smart working. Il lavoro da remoto viene infatti spesso sottovalutato da parte delle stesse persone con disabilità, pur rappresentando una frontiera concreta alla luce dello sviluppo delle nuove tecnologie digitali.

Fino alla fine del 2025 le famiglie possono accedere a diversi sostegni e in particolare al Bonus Barriere Architettoniche, con una detrazione del 75% che ancora non si sa se verrà confermata nel 2026. Tra gli interventi adottabili c’è l’installazione di un montascale, essenziale per costruire una reale inclusione. Per molte persone rappresenta un’opportunità per vivere e lavorare con maggiore autonomia, rendendo l’accessibilità un valore quotidiano.

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