Lunedì pomeriggio un presidio di Ferrara per la Palestina si troverà in piazza della Cattedrale alle 17.30. L’associazione aveva inizialmente richiesto di farlo in piazza Municipale ma la Questura ha individuato “criticità relativamente alle vie di accesso e di esodo, insufficienti in numero e dimensioni”. Inoltre “non dispone di adeguato spazio per la collocazione e accessibilità dei mezzi di servizio/soccorso”.
Infine la Questura ha ritenuto che la presenza di manifestanti possa essere superiore al numero di 50 persone indicato nella richiesta. Tutto questo ha portato alla decisione prescrivere l’utilizzo dello spazio antistante la Cattedrale – così come avviene in tutte le manifestazioni organizzate da Rete per la Pace – precisando che “dovranno essere rigorosamente rispettati gli orari di inizio e di termine del presidio”, dalle 17 alle 20.
Ferrara per la Palestina, come si evince dal comunicato, è profondamente contrariata dalla decisione e chiede “alla città di rimanere al nostro fianco, al fianco di noi palestinesi, e di esprimerci solidarietà concreta”.
“La scelta della Questura di vietare le manifestazioni ‘per la conformità della piazza’ è – secondo Ferrara per la Palestina – illegittima e antidemocratica. In quella piazza abbiamo già svolto tante manifestazioni con migliaia di persone al seguito, sono stati organizzati festival ed eventi pubblici di ogni tipo. Impedirci di protestare davanti il Comune è una violazione dei nostri diritti, è un attacco diretto alla libertà al dissenso di tutta la cittadinanza, una libertà che fa sempre più paura”.
Parole che rischiano di alzare il livello di tensione e che non trovano riscontro nelle verifiche della redazione. La piazza non è un luogo sicuro perché, come scritto anche nella prescrizione della Questura, se l’ammassamento dovesse superare i numeri indicati dai manifestanti non ci sono sufficienti vie di fuga. A questo si aggiungono difficoltà di accesso per ambulanze e per le forze dell’ordine qualora ce ne fosse la necessità. Lo stesso atteggiamento – hanno confermato fonti contattate dalla redazione – è stato con precedenti manifestazioni, dallo sciopero di Cgil e Usb alla recente manifestazione degli Ultrà della Spal. Entrambe sono sfociate in piazza Municipale per volere dei manifestanti ma senza il placet della Questura.
Ferrara per la Palestina torna anche su un altro episodio che rischia di gettare inutilmente benzina sul fuoco. Denunciano “che con la scusa di consegnare questa comunicazione, la Digos si è presentata a sorpresa presso la residenza di una persona palestinese del nostro gruppo; non trovandola in casa, invece di contattarla al telefono, ha avviato una caccia all’uomo presentandosi la sera nelle case di diversi suoi famigliari con il chiaro intento di intimidire lei e la sua famiglia”.
Anche in questo caso frasi che rischiano di esacerbare il dibattito e che non trovano riscontro nelle verifiche effettuate dalla redazione. La questione si ridurrebbe infatti a un tentativo di notifica del provvedimento a chi lo aveva protocollato. Dopo i primi tentativi di chiamata, a cui non hanno ricevuto risposta, gli agenti si sono recati all’indirizzo indicato dalla persona che aveva protocollato il provvedimento. Una volta giunti sul posto non l’hanno trovata recandosi così nei luoghi dei domicili indicati in precedenza.
“La nostra lotta a Ferrara – scrivono – è scomoda e fa molta paura ai sionisti e ai loro servi vigliacchi dentro il Comune, che invece di assumersi le proprie responsabilità politiche, insieme alla Questura, vietano le piazze e cercano di intimidirci”. Affermazioni già smentite e che rischiano ancora una volta di esacerbare il dibattito pubblico.
Ferrara per la Palestina lamenta quindi di trovarsi in una città in cui dentro al “Comune si può dire tranquillamente che ‘le donne palestinesi si riproducono come le nutrie’ e dove “il sindaco ci può urlare contro ‘terroristi’ e ‘andate a casa vostra’”. Ricordano l’accoglienza “calorosa” all’ambasciatore israeliano mentre loro, “nella totale legalità”, quando chiedono “rispetto e dignità”, verrebbero “puntualmente colpiti dalla repressione”.
Il presidio in piazza Municipale era stato richiesto da Ferrara per la Palestina dopo che lo scorso 21 ottobre hanno “presentato e fatto protocollare” un documento nel quale si chiedeva che il “Comune di Ferrara riconosca e condanni il genocidio compiuto a Gaza”. Veniva richiesta anche una risposta scritta entro il 24 ottobre, una risposta che non è arrivata e che ha portato alla proclamazione della manifestazione oltre a una rappresentanza di Ferrara per la Palestina che parteciperà al Consiglio comunale che si terrà proprio lunedì 27.
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