Attualità
24 Ottobre 2025
La riflessione di Daniele Fogli, già direttore dell’Amsefc, che mette in guardia chi ora amministra l'ente: i cimiteri monumentali sono luoghi di memoria storica collettiva

Il rito del lutto a Ferrara si è trasformato. Ragioni culturali o economiche?

di Redazione | 2 min

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A Ferrara l’incidenza della cremazione sui defunti è prossima al 70%, con una media nazionale attorno al 39%.

Nel nostro comune si stima che:

– le ceneri sepolte (non disperse o affidate) siano il 71,5%, (dato medio nazionale 68,5%);

– l’affido a familiare di urna cineraria sia il 12% (dato medio nazionale 20,5%.);

– la dispersione ceneri sia il 16.5% (dato medio nazionale 11%).

Con ogni probabilità questa tendenza riflette un nuovo approccio culturale e simbolico al commiato, orientato verso forme più personali, domestiche o naturalistiche, spesso motivate da sensibilità ecologiche e da un progressivo distacco dal rito tradizionale.

È, però, possibile che incidano anche scelte di risparmio rispetto al prezzo del funerale che, nel tempo, è andato crescendo. O, ancora, che incidano scelte pragmatiche legate all’utilizzo di sepolture già esistenti, in cui l’urna cineraria può più facilmente trovare posto.

Anche la pianificazione cimiteriale sembra giocoforza doversi orientare verso un trend, che preveda meno costruzioni di loculi e tombe familiari, più spazi per la memoria collettiva e la dispersione ceneri, aumento delle aree verdi e di fruizione pubblica nei cimiteri.

Emerge, inoltre, un tema destinato ad assumere dimensioni sempre più significative nel tempo: cosa succederà alle tombe di famiglia, presenti nelle parti storiche della nostra Certosa di Ferrara (come in altri cimiteri monumentali), quando la discendenza degli originari concessionari risulti, nel tempo, estinta o non interessata?

A ciò si aggiunge, infatti, lo scenario di progressiva perdita del potere di acquisto delle classi medio alte, che porta alla sussistenza di minori disponibilità di risorse familiari da destinare alle sepolture e alla loro conservazione in stato di buona manutenzione.

I cimiteri – soprattutto quelli monumentali – si configurano non solo come strutture dedicate alla sepoltura e memoria dei defunti, ma anche quali luoghi di memoria storica collettiva ricchi di opere d’arte da tutelare e valorizzare: un vero e proprio museo all’aperto.

E, allora, perché non riattivare quell’organismo, che un tempo era un vanto della nostra città: la Commissione storico-artistica per la Certosa, che potrebbe agevolare il percorso di intervento, recupero e salvaguardia del nostro magnifico Cimitero monumentale – già tracciato dall’attuale gestione cimiteriale – avvalendosi anche dell’attiva partecipazione di larga parte delle Istituzioni culturali del territorio? Pensiamoci!

Ing. Daniele Fogli, già direttore dell’Amsefc

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