Certe parole offensive non dovrebbero mai sfuggire a nessuno, ma specialmente a chi rappresenta istituzioni, partiti o sindacati, svolgendo un ruolo pubblico.
Se però capita (siamo umani) occorrerebbe (almeno) prontamente scusarsi.
Un “sorry” costerebbe ben poco. Si può anche urtare qualcuno senza intenzioni offensive. Ma poi ci si scusa, come fanno le persone educate.
E invece il nostro sindaco non lo ha fatto e Maurizio Landini, pubblicamente e direttamente invitato da Rosy Bindi a scusarsi con la Meloni per l’epiteto sgradevole che ha usato (“cortigiana”), ha pervicacemente (applausi!) rifiutato – con atteggiamento infastidito, arrogante e maschilista, anche nei confronti della Bindi – di porgere le sue scuse.
Se fossero due gentiluomini avrebbero inviato un mazzo di fiori e un biglietto di scuse alle donne che hanno oggettivamente offeso, consapevolmente o meno.
Ma, ahimè, i gentiluomini (e anche le persone educate) sono evidentemente una specie in via di estinzione.
Paola Ferrari