“La realtà terribile per questi piccoli picchiati, torturati, violentati, umiliati nelle carceri di Israele” sarà al centro del presidio promosso dalla Rete Pace Ferrara in programma oggi venerdì 24 ottobre, dalle 17.30 alle 19 in piazza Cattedrale, dal titolo “L’infanzia violata e gli ulivi avvelenati”.
L’iniziativa vuole richiamare l’attenzione sulla situazione dei minori palestinesi e sull’“ecocidio in atto in Palestina da ben prima del 7 ottobre 2023”. Secondo i dati riportati dal comunicato della rete, “oltre 20.000 bambini palestinesi” sarebbero stati uccisi a Gaza, “71.000 a rischio di malnutrizione acuta” e “almeno 40.000 rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori”.
La denuncia riguarda anche i minori detenuti nelle carceri israeliane: “Sono 400, provenienti da Gaza e dalla Cisgiordania”, scrive Rete Pace, aggiungendo che “si tratta anche di bimbi molto piccoli di 6, 7, 10 anni”, ai quali “vengono vietati sia gli incontri con gli avvocati sia con le famiglie”.
Il presidio si occuperà inoltre delle devastazioni ambientali nei Territori Occupati, simbolicamente rappresentate dagli “ulivi sradicati e avvelenati dai coloni israeliani”, dai “gelsi e sicomori sostituiti dagli abeti” e dai “terreni di proprietà dei palestinesi resi irraggiungibili da checkpoint, muri, recinzioni elettrificate”. “Il disegno genocida è lo stesso: negare il futuro al popolo palestinese”, afferma il documento.
Come sottolinea la Rete Pace Ferrara, l’obiettivo è continuare a “denunciare quanto continua ad accadere a Gaza e nei Territori Occupati da Israele” e a “chiedere la nascita dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e dell’apartheid, la liberazione di tutti i minori palestinesi detenuti, di Marwan Barghouti e dei medici di Gaza ancora nelle prigioni di Israele”.
Durante il presidio sarà inoltre possibile “aderire alla Campagna di Obiezione alle Spese militari”, un’iniziativa che intende collegare il tema della pace internazionale con quello delle scelte di responsabilità individuale.
L’appuntamento di venerdì si annuncia dunque come un nuovo momento di testimonianza e solidarietà, per ribadire — come recita il comunicato — la richiesta che “venga ripristinato il Diritto Internazionale e garantita l’autodeterminazione del popolo palestinese”.
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